colori delle infiorescenze

Ogni qualvolta che un appassionato di cannabis decide di acquistare dei semi, la scelta non è mai semplice.

Ci si trova a dover scegliere tra un’infinità di genetiche dai colori decisamente vivaci. 

Indice delle sezioni

fattori di variazione cromatica.

Quale colorazioni può assumere le infiorescenze?

La potenza non dipende dal colora

 

Molti grower dichiarano che questo aspetto contribuisca al fascino che la pianta può suscitare. La natura ci offre uno spettacolo cromatico fin dal periodo primaverile, con fiori e piante dai mille colori e forme, per poi replicare lo spettacolo nella stagione autunnale, gli alberi cominciano a lasciar cadere le foglie dopo che hanno assunto colorazioni tipiche autunnali, rosso, giallo, arancio. In ambito di cannabis, questa caratteristica non è correlata con l’efficacia o la potenza del fiore, ma può essere considerata come un’affascinante caratteristica estetica. Le sfumature più ricorrenti sono viola, blu, rosso e arancione e questa variazione di colore consta del contributo di diversi fattori.

Fattori di variazione cromatica.

  • Fattori ambientali

Come causa del cambio di pigmentazione non è da escludere che siano dati in gran parte dal cambiamento del clima. Questa condizione si manifesta maggiormente quando si avviano coltivazioni outdoor, poiché in coltivazioni indoor, la temperatura dell’ambiente può essere monitorata attraverso le attrezzature specifiche. La cannabis coltivata in climi caldi e mediterranei tendenzialmente avrà un colore verde brillante; mentre quelle cresciute in climi più freddi producono composti chimici che le rendono tendente al viola.
Alcuni composti responsabili di questa variazione cromatica sono gli antociani che agiscono come antigelo naturale per l'erba. Questa funzione aiuta a trattenere l'acqua che fuoriesce dalle foglie formando cristalli di ghiaccio tra le cellule fogliari. Più fresco è il clima di crescita, più sarà possibile ottenerne nel proprio fiore. Inoltre, alcuni studiosi affermano che questi flavonoidi possono svolgere un ruolo di protezione solare per il vegetale, proteggendo le foglie da determinate intensità di luce e facilitando l'assorbimento di altri tipi di spettri luminosi. Gli antociani incoraggiano le piante ad assorbire le lunghezze d'onda della luce blu e verde, vengono prodotti in risposta a determinati tipi di stress a cui è sottoposta, infatti, una coltura indoor messa al fresco o in un frigo un paio di giorni prima del raccolto, tenderà ad assumere una colorazione violacea per difesa allo stress ambientale. Il colore può inoltre giocare un ruolo nelle difese contro alcuni parassiti e animali e d’altro canto rende possibile l’attrazione di alcuni insetti impollinatori.

  • La scelta della genetica:

La cosa più semplice da fare è recarsi presso un growshop e sfogliare un bel catalogo fornito della zoe’s seeds e scegliere quelle genetiche che possono confarsi di più al proprio gusto. Per iniziare, dunque, la scelta della varietà dotata di geni particolari sarà il modo più semplice per riuscire ad ottenere cime belle colorate senza troppo sforzo, lasciamo dunque alla genetica l’arduo compito di far crescere gustose infiorescenze colorate. la ragione per il quale le varietà possono presentare colorazioni differenti nelle cime è dovuta alla differenza presente nella struttura chimica tra una specie e l’altra. La presenza e il giusto equilibrio di sostanze chimiche come le antocianine ed i carotenoidi giocano un ruolo importante nell'aspetto e nella colorazione che avrà il raccolto finale dei vostri fiori.

Il patrimonio genetico della pianta e l’ambiente di coltivazione sono quindi due elementi principali che ne determineranno i cambiamenti di colore, questo infatti non è costante e cambia man mano che il soggetto arrivi a maturazione. Difficilmente la canapa mostra picchi di flavonoidi durante la fase vegetativa, questo perché la produzione di nuove foglie induce a produrre più clorofilla per catturare più luce possibile in vista della fioritura; proprio in questa nuova fase si notano le sfumature caratteristiche degli antociani, in determinate condizioni ambientali infatti, un conseguente aumento della biomassa delle cime, corrisponde alla colorazione degli steli, degli internodi e del contorno fogliare dei palchi superiori della pianta. In natura quelle a predominanza indica situate in climi aridi ma con una forte escursione termica tra la notte e il giorno, tendono a mostrare colorazioni scure sul blu e sul nero, per poter sfruttare più luce possibile e trattenere il calore irradiato dal sole. Di contro, varietà prettamente sative, originarie delle zone sub tropicali in cui le temperature sono alte, tendono a produrre più clorofilla possibile e si colorano di un verde acceso e gli unici antociani prodotti risultano chiari al fine di dissipare il calore a cui sono soggette durante le ore diurne.

  • I nutrienti:

Un altro fattore che può entrare in gioco, ma considerato negativo, è la carenza di sostanze nutritive responsabili del cambio di pigmentazione di fiori e foglie. Le carenze di alcuni nutrimenti come quelle di azoto causerà un cambiamento nella pigmentazione delle foglie passando da un verde brillante ad una colorazione gialla, segno di appassimento. Anche una mancanza di fosforo potrebbe causare una colorazione anomala delle foglie tendente al rosso. Tuttavia, a differenze delle colorazioni violacee e rosse dei fiori rese possibili da antocianine e carotenoidi, queste ultime appena elencate tenderanno a manifestarsi durante il ciclo di crescita della pianta quando andrà in contro a specifiche carenze, sarà compito del grower quelle di leggerle ed interpretarle in base all’esperienza, per poter andare ad integrare in tempo utile le sostanze nutritive fondamentali.

Ma non tutti sono a conoscenza di un evento raro ma con il quale è comunque possibile imbattersi, ovvero la cannabis di colore nero. Una pianta dall’aspetto nero è decisamente innaturale, eppure questo significa che non sono solamente presenti molte antocianine, ma che stanno anche reagendo a particolari cambiamenti nel loro ambiente di crescita come possibili variazioni del pH del terreno di coltivazione. Normalmente, la nostra piccola amata preferisca un substrato leggermente acido, e un aumentare la tendenza acida spingerà i flavonoidi a donarle un colore rosso brillante. Al contrario se ci si avvicina ad un profilo neutro sarà possibile ottenere sfumature sempre più scure fino a giungere al nero.

  • Il cambio di temperatura:

Come già detto, queste molecole presenti nella cannabis si attiveranno quando notano un calo di temperatura. Verranno spinte a svolgere una funzione tipo antigelo che aiuterà a trattenere l'acqua nella pianta. Inoltre, questo processo farà sì che le infiorescenze diventino viola, più antocianine saranno presenti, più essa avrà il potenziale di diventare scura.
Tuttavia, ciò non significa che dovresti sottoporre la tua piccola appositamente a temperature eccessivamente basse. Al contrario, assicurati che sia ancora abbastanza caldo da permettere alla pianta di prosperare ed esegui qualsiasi abbassamento della temperatura in modo lento ed attento. Dopotutto, piccoli aggiustamenti possono cambiare drasticamente il processo di crescita e di maturazione e l’ultima cosa che vorrai è causare problemi irreversibili. Ultimo fattore che può contribuire al cambio di colorazione delle infiorescenze di cannabis è la presenza dei pistilli. L’osservazione di quest’ultimi può indicarci, in concomitanza con altri fattori, quando il nostro fiore preferito sarà pronto per essere raccolto. Nello stadio prematuro i pistilli che emergono dalle infiorescenze sono di colore bianco, ma che con il maturare della pianta possono cambiare colore assumendo sfumature di arancione, marrone, rosso fuoco o addirittura rosa e viola.

Quali colori assumono le infiorescenze?

Come annunciato inizialmente il vegetale, in base ad alcuni fattori interni ed esterni alla pianta, può assumere alcune colorazioni che potresti ammirare nella vostra coltura indoor e outdoor. Ma vediamo con calma. Come ogni specie vegetale il colore principe della cannabis è il verde. Come risaputo questo colore è presente in tutti i vegetali per la presenza della clorofilla che cattura la luce solare per permettere lo svolgimento di funzioni fondamentali per il sostentamento del vegetale, fornisce le energie necessarie per poter eseguire i processi di fotosintesi utili per la crescita e perché dona un colore verde brillante. Data la sua importanza per la sopravvivenza, ha senso che la clorofilla costituisca circa il 70% dei pigmenti presenti nelle piante di cannabis.

I colori più diffusi che possiamo riscontrare nelle infiorescenze invece sono:

  • Rosso/arancione:

I breeder esperti sanno che se si vuole ottenere cime con notevoli sfumature arancioni e gialle, bisognerà incrociare due varietà con un equilibrio di carotenoidi simile. I carotenoidi, come la clorofilla, raccolgono l’energia solare utile per la fotosintesi, ma solitamente vengono mascherati dalla presenza dei pigmenti primari responsabili della raccolta della luce, ovvero quelli verdi. Quando la clorofilla nei fiori inizia a degradarsi in prossimità del periodo di raccolta, si potrà notare la comparsa di una maggior percentuale di colore arancione.
Oltre ai carotenoidi, potresti trovare sfumature rosse e/o rosa sulla tua cannabis per via della presenza di questo specifico tipo di flavonoide, ovvero sostanze fitochimiche che sono specificamente incaricate di dare alle piante i loro colori. Le antocianine in combinazione con i carotenoidi creano determinate sfumature di colori, tra cui i più comuni sono il rosso e il rosa. Essi comunque sono in grado di produrre una varietà di altri colori a seconda del livello di pH e altri fattori. Infatti, molte delle tonalità più popolari dell’erba non sarebbero possibili senza la presenza di esse.

La potenza non dipende dal colore.

Contrariamente a quanto creduto dai chi parla dell’erba di Jah senza le dovute competenze, il colore non è rappresentativo della qualità e dell’effetto della cannabis. Difatti essi non svolgono alcun ruolo significativo nell’integrazione con i principi psicoattivi, se non come antiossidante, mentre la loro interazione sui recettori endo-cannabinoidi è ancora oggetto di studi. Inoltre, grazie ai loro colori questi pigmenti sono in grado di attirare insetti e animali, provvedendo così un aiuto per la riproduzione delle piante e l’impollinazione in natura, in taluni casi i colori accesi e vividi di una o più specie possono servire da deterrente per le infestazioni di eventuali parassiti. Le antocianine sono presenti esclusivamente in condizioni terrestri e non si riscontrano in animali, microorganismi o piante acquatiche. Il motivo è che la biosintesi di queste sostanze richiede materiali originati solamente attraverso la fotosintesi e un’elevata intensità luminosa che non può essere raggiunta sott’acqua.

Un esame sui flavonoidi e della loro affinità per i recettori dei cannabinoidi rivela che gli antociani in generale contribuiscono all’omeostasi (equilibrio di salute) nel corpo attraverso l’uso dei recettori dei cannabinoidi (CB). Uno studio del 2017 spiega che il sistema endocannabinoide svolge “ruoli modulatori chiave durante la plasticità sinaptica e i processi omeostatici nel cervello“ e che i recettori CB1 si trovano principalmente nel sistema nervoso periferico, mentre i recettori CB2 si trovano principalmente nel sistema nervoso centrale; nonostante il fatto che essi abbiano una relazione vincolante con il sistema endocannabinoide, i ricercatori concordano sulla necessità di ulteriori ricerche a lungo termine a riguardo. Gli studi degli antociani presenti nel cibo hanno trovato una serie di effetti positivi da questi pigmenti; alimenti altamente colorati come mirtilli, cavoli rossi, ribes nero ecc. sono spesso considerati superfoods. Si ritiene che forniscano benefici anti-infiammatori e antimicrobici, sembrano essere utili per prevenire gravi malattie come quelle cardiovascolari, diabete e obesità.

I ceppi di cannabis come Blue Dream, Purple Haze e molti altri, fanno pensare che le piante una volta cresciute attingano naturalmente a un pool genetico che faccia mostrare il loro caratteristico colore; eppure, bisogna indurne la produzione in modo che alcuni colori si mostrino visibili su steli e foglie prima, e sui bud dopo. L’attivazione degli antociani di solito richiede un tocco delicato e un po’ di esperienza, soprattutto al fine di evitare accidentalmente di danneggiarla. Per iniziare, è necessario sperimentare la temperatura, che gioca un ruolo primario, per far sì che vi sia un’escursione termica durante la notte, compresa tra 10 e 15 gradi Celsius, più fredda della temperatura del giorno. La clorofilla è la componente dell’impianto vitale per la fotosintesi e le temperature più fredde inibiscono la produzione di clorofilla. Per la cannabis, a seconda dello strain, alcuni colori possono apparire quando avviene uno sbalzo termico e il ciclo di luce si accorcia, simulando un cambiamento di stagione. Va da sé che bisogna tener conto di innumerevoli fattori, differenza tra indoor e outdoor, semi fotoperiodici e auto fiorenti, questi ultimi se soggetti a stress elevato potrebbero rispondere male. Anche la stagione e le temperature ambientali giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo delle antocianine; nei mesi più caldi, infatti, è molto facile passare da temperature di circa 25-30° C a 17-18°C utilizzando pochi accorgimenti in indoor, ciò che in coltivazioni di guerriglia o all’aperto invece accadrebbe nelle fasi finali di fioritura, in linea di massima tra settembre ed ottobre.

Fonti:

cannabismag.com

Curenaturali.it

Humanitas.it

zoe's seeds

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