importazione stupefacenti

La cannabis è da sempre la sostanza maggiormente trafficata al mondo da parte delle narcomafie,

poiché vanta un elevato numero di consumatori sparsi per tutto il globo.

La storia ci ha dimostrato come il proibizionismo abbia fallito nel corso del tempo; Anche nei paesi in cui vigono rigide sanzioni sul consumo di stupefacenti, da quest’anno abbiamo potuto assistere a quello che sembra una svolta significativa, ovvero, la prevalsa del senso civico in paesi orientali in cui per i reati connessi alla cannabis vi è anche la Pena Capitale. Abbiamo ampiamente descritto il quando politico/sociale relativo all’ambito della cannabis in due articoli correlati, e persino la Thailandia è ormai una green country. E l’Italia invece? Niente anche con la caduta di questa legislatura, il nostro percorso è tutto da riprogrammare.

La cannabis nel mercato nero.

Dunque, mentre negli altri Stati europei la legalizzazione avanza, in Italia è destinata a fare passi in dietro di quasi 50 anni nel caso in cui un governo di destra dovesse vincere le elezioni di settembre 2022. Nel narcotraffico, la cannabis, rappresenta il business di maggior forza . Nel 2018 secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite (Unodc), nel mondo sono state 265 milioni le persone che hanno assunto sostanze stupefacenti. Fra questi utenti, il 37,5 milioni hanno avuto problemi di salute, vedendo manifestarsi problematiche serie come epatiti, tubercolosi e Aids. La sostanza drogante non genera soltanto dipendenza e malattie, ma spesso l’abuso e l’uso prolungato di sostanze pesanti, può condurre alla morte: i decessi per overdose in Italia nel 2019 sono stati 373, in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente.

A morire sono soprattutto persone di sesso maschile. A questi dati iniziali forniti dall’ Unodc, va aggiunta un’ulteriore percentuale di morti e i feriti che le droghe provocano indirettamente a causa di incidenti stradali per colpa di terzi o a episodi legati alla violenza domestica. Il mercato nero è ormai globalizzato, in esso operano gruppi criminali sparsi per tutto l’emisfero e sono caratterizzati da dimensioni, compiti e ruoli differenti. Alcune zone, situate in particolare nel Sud America e nell’Asia, sono state evidenziate come luoghi di produzione, mentre altre ancora sono concentrate sul trasporto e sulla distribuzione delle sostanze. I prodotti vengono trasportati in tutti i modi possibili e immaginabili; viaggiano per via aerea, marittima e terrestre, e per sfuggire ad ogni sorta di controllo, i trafficanti si sono attrezzati con mezzi appositamente modificati. Il ruolo criminale che ricoprono conferisce ai narcos un grande potere di corruzione su agenti di controllo alle frontiere, nei porti, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti.

A inizio pandemia di covid e con l’inizio dei primi lockdown, le droghe sono giunte in Europa e in Italia soprattutto per via marittima, sfruttando ad esempio la mancanza di limitazioni che ha interessato alcuni mercati legali, tra cui quello della frutta. Dal Sud America e dall’Asia, su navi cargo cariche di container piene di banane, ananas e frutti esotici sono giunti carichi importanti di cocaina ed eroina nei porti spagnoli, olandesi (Rotterdam), belgi (Anversa) e francesi (Le Havre). Mentre il commercio al dettaglio è avvenuto attraverso consegne a domicilio realizzate mediante l’invio di pacchi postali, ricorrendo a riders oppure a piccoli spacciatori. In Italia i dati sulla lotta al narcotraffico vengono forniti dalla Direzione centrale per i servizi antidroga, presso il ministero dell’Interno. Nella sua ultima relazione annuale emerge il primato della Lombardia, con 4.915 operazioni antidroga, della Puglia con 6,2 tonnellate di droga sequestrata, del Lazio con 5.536 persone segnalate all’autorità giudiziaria. I sequestri più importanti hanno riguardato la cocaina, seguita da marijuana e hashish.

più nel dettaglio.

Il mercato degli stupefacenti vale quasi un punto di Pil e, stando ai sondaggi e alle interviste, almeno un italiano adulto su 3 ha sperimentato sostanze psicoattive. Tra di esse spicca la regina delle piante, ovvero la cannabis, i quali consumatori variano per età ma soprattutto i giovani, ovvero il 34% degli studenti. Stando alle fonti, circa un terzo della popolazione fra i 15 ed i 64 anni, maggiormente di sesso maschile, ha sperimentato sostanze psicoattive illegali almeno una volta nel corso della propria vita, e circa 4 milioni di utenti la hanno assunta nel corso del 2017. La sostanza più utilizzata resta dunque la cannabis il cui trend è in crescita, soprattutto tra gli studenti. Ma la più remunerativa, per diverse caratteristiche, che ricopre un giro d’affari di 14,4 mld resta la cocaina che rappresenta il 40% del totale.

L’incremento dei consumi è proporzionato anche ai sequestri effettuati che vedono infatti un incremento del 60%  rispetto agli anni precedenti. Per guadagnare ancora di più nello specifico dello spaccio di sostanze, i vari pusher non stentano a tagliare le sostanze con altri elementi ancora più tossici per l’organismo umano e ovviamente aumentano anche il numero dei decessi e i livelli di dipendenza indotti dalla sostanza. 

«Ritengo debbano essere potenziate le attività di prevenzione cura e riabilitazione, anche precoci, senza tralasciare l’attività di contrasto al traffico e allo spaccio. La tutela del futuro dei nostri giovani e delle loro famiglie deve essere al centro delle nostre azioni di Governo. Nonostante negli ultimi 15 anni si sia assistito ad una riduzione complessiva del numero dei decessi per overdose, dal 2016 notiamo un leggero aumento dei decessi droga correlati, soprattutto per eroina. Le nostre linee programmatiche prevedono un coinvolgimento, a vari livelli e modalità, di tutti gli attori del sistema delle tossicodipendenze perché sono consapevole che solo con uno sforzo comune e con una collaborazione costante sarà possibile ottenere risultati efficaci e duraturi».

 Scrive nella prefazione il Ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana.  

  • Consumi nella popolazione. Un terzo della popolazione fra i 15 ed i 64 anni ha sperimentato sostanze psicoattive illegali almeno una volta nel corso della propria vita e uno su dieci (circa 4 milioni) lo ha fatto nel corso del 2017. La maggioranza degli utilizzatori è di genere maschile. La cannabis è la sostanza più diffusa, il 10% della popolazione ne ha fatto uso almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. Minore la percentuale di chi riferisce uso di cocaina (1,2%), di oppiacei (0,6%) e di spice (0,5%). La tendenza dei consumi di cannabinoidi risulta in crescita con l’eccezione dei soggetti che riferiscono un uso frequente. Il 34% degli studenti italiani (circa 880.000) ha provato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita e il 26% lo ha fatto nel corso del 2017. I ragazzi consumatori sono il doppio rispetto alle ragazze, ad eccezione della cannabis per la quale il rapporto maschi/femmine è di 1,5. Il 4% degli studenti utilizza sostanze psicoattive frequentemente (20 o più volte al mese nel caso della cannabis e/o 10 o più volte al mese per le altre sostanze). La ganja è la sostanza più diffusa (utilizzata dal 34% degli studenti), seguita da spice (cannabinoidi sintetici, 12%), altre NPS (4%) e cocaina (3,4%). L’1,6% degli studenti ha fatto uso di sostanze senza sapere cosa fossero, lo 0,4% ha utilizzato sostanze per via iniettiva.
  • Consumo ad alto rischio: Le stime condotte nel 2017 confermano un sensibile cambiamento nella composizione dei modelli di consumo delle sostanze psicoattive, a favore di un aumento di quelli più pericolosi per gli utilizzatori: aumentano infatti sia le frequenze d’uso che il poli-uso di tutte le sostanze, oltre che il cosiddetto uso problematico di cannabis. Si stimano oltre 200.000 utilizzatori ad alto rischio di oppiacei, 100.000 di cocaina e quasi 1.400.000 di cannabis.
  • Il mercato illegale: Le attività economiche connesse al mercato delle sostanze psicoattive illegali rappresentano circa il 75% di tutte le attività illegali e pesano per circa lo 0,9% sul PIL. Il consumo di tali sostanze è stimato valere 14,4 miliardi di euro, in aumento di oltre un punto percentuale rispetto all’anno precedente. Il 40% è attribuibile alla spesa per il consumo di cocaina.
  • I sequestri: Nel 2017, a seguito delle operazioni antidroga condotte sul territorio nazionale, sono stati sequestrati 114.588,60 kg di sostanze stupefacenti, con un aumento di circa il 60% rispetto al 2016. Del totale dei sequestri effettuati nel 2017, il 95% ha riguardato cannabinoidi (hashish 16% e marijuana 79%). La cocaina rappresenta il 4% dei quantitativi sequestrati e il restante 1% è costituito prevalentemente da eroina e altre droghe. Le droghe sintetiche sono state sequestrate in quantità molto basse (144,52 kg/21.553 dosi), pari allo 0,1% del totale dei quantitativi sequestrati. Le piante di cannabis sequestrate sono state 265.635. Durante l’anno sono inoltre stati sequestrati 97 kg di khat, 50,8 kg di metamfetamina, 43 kg di bulbi di papavero, 19,50 kg di dimetiltriptammina (DMT) e 3,88 kg di ketamina.

Rispetto al 2016, sono aumentati i quantitativi sequestrati di marijuana (+118%), eroina (+28%) e droghe sintetiche (+101% in polvere e +13% in dosi), mentre sono diminuiti i quantitativi di cocaina (-13%) e hashish (-22%). I sequestri di piante di cannabis sono diminuiti del 43%. Il mercato italiano è alimentato per la maggior parte dalla cocaina prodotta in Colombia e proveniente dal Brasile, Cile, Stati Uniti d'America, Ecuador, Costa Rica e Olanda. Questa sostanza viene trasportata principalmente attraverso l’Ecuador, il Venezuela, il Brasile e la Repubblica Dominicana e, una volta arrivata in Europa, attraverso la Spagna e l’Olanda. Nelle aree di frontiera è stato sequestrato il 64% del totale della cocaina sequestrata a livello nazionale. In particolare, le aree maggiormente interessate sono quelle frontaliere marittime.

  • Le persone segnalate all’autorità giudiziaria. Nel 2017 sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 35.190 persone per reati in violazione del DPR n. 309/1990, con un incremento del 6% circa dal 2016. Nell’ultimo biennio si è osservata una inversione di tendenza rispetto al periodo 2013-2015, durante il quale è stato registrato un trend in diminuzione. Fra i soggetti segnalati, la maggior parte (71%) è in stato di arresto, il 28% in libertà e l’1% è irreperibile. La quasi totalità dei soggetti (94%) è stata denunciata per traffico illecito di sostanze (art. 73 DPR n. 309/1990) e il 6% per associazione finalizzata al traffico (art. 74 DPR n. 309/1990). Le denunce hanno riguardato soggetti prevalentemente di genere maschile (93%) e italiani (60%). Il 4% delle denunce ha riguardato minorenni, il 40% dei denunciati ha tra i 20 e i 29 anni, il 26% tra i 30 e i 39 anni e circa un quarto ha più di 40 anni. La sostanza stupefacente interessata dal più alto numero di denunce è stata la cocaina (11.686 denunce), seguita da marijuana (n. 9.319), hashish (n. 7.375), eroina (n. 3.383) e piante di cannabis (n. 1.388). Rispetto al 2016, è stata rilevata una diminuzione delle denunce per i reati correlati all'hashish (-13%), alle droghe sintetiche (-10%), all'eroina (-8%), alle piante di cannabis (-8%) ed un aumento per quelle relative alla marijuana (+45%) e alla cocaina (+5%).
  • Ricoveri e decessi correlati alle droghe. I ricoveri direttamente droga-correlati nel 2016 (ultimo dato disponibile) sono stati 6.575: il trend è in aumento dal 2013, in controtendenza rispetto al calo generalizzato delle dimissioni ospedaliere. Il 45% è attribuibile al consumo di oppioidi, il 39,6% a quello di cocaina, l’11,9% di cannabinoidi, il restante 3,2% di amfetamine o allucinogeni. Nel corso del 2016 (ultimo dato disponibile) sono state contestate 4.742 violazioni per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti (art. 187 Codice della Strada): il dato è in crescita rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda le rilevazioni dei Carabinieri, gli incidenti stradali con lesioni a persone dove almeno un conducente era sotto l’effetto di sostanze psicoattive sono stati 831 (pari al 2,6% del totale degli incidenti rilevati) ed hanno provocato 1.331 feriti e 26 vittime. Nel 2017, i decessi direttamente attribuibili all’uso di sostanze stupefacenti sono stati 294, con un aumento di quasi il 10 % rispetto al 2016. In oltre il 50% dei casi, la sostanza correlata al decesso è stata l’eroina. I decessi correlati all’uso di sostanze stupefacenti sono stati 251, dato che risulta in forte diminuzione dal 2005. Il dato aumenta a 572 decessi se si considerano anche quei casi in cui l’utilizzo della sostanza ha contribuito al decesso, ma non è stato l’unica causa. L’età media dei soggetti deceduti è di circa 43 anni.

Fonti:

altraeconomia.it

antifroga.interno.gov.it

radicali.it

avvenire.it

stateofmind.it

zeosseeds.com

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