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La canapa e i benefici per l'ambiente

È estate, il caldo torrido ormai avanza per tutto lo stivale, sicuramente avrete pensato all’ambiente e ai relativi problemi dei cambiamenti climatici.
Ma vi siete mai domandati come la cannabis sativa L. possa essere utile per l’ambiente?
La presenza dell’uomo sulla terra incide inevitabilmente sull’ambiente, causando disastri ecologici, inquinamento e i conseguenti cambiamenti climatici. Molti personaggi di rilievo tra attori, sportivi e imprenditori si sono schierati dalla parte dell’ambiente e del nostro pianeta ricordandoci quanto questa possa essere in difficoltà nel sostenere i ritmi sfrenati e i consumi di massa dell’intera umanità. La canapa è una delle colture più antiche del mondo e potrebbe venire incontro a diverse problematiche ambientali, poiché non è solo una delle migliori fonti di energia rinnovabile a nostra disposizione, ma è capace di combattere l’inquinamento, ridurre gli effetti devastanti dell’uomo sul clima e in generale contribuire a creare un modello sostenibile di sviluppo economico. Tra le incredibili caratteristiche della pianta primeggia la resistenza e l’adattabilità ai vari climi, il che la rende protagonista della rigenerazione ambientale. Capace di crescere senza l’utilizzo di pesticidi e diserbanti e grazie alla sua fitta vegetazione, non lascia crescere piante infestanti. Dal punto di vista pratico la coltivazione della pianta necessita di meno attenzioni ed essendo in possesso di un apparato radicale che penetra in profondità svolge un’azione di bonifica del terreno, agisce come un filtro, assorbendo sostanze tossiche come mercurio e anidride carbonica fino a quattro volte in più rispetto alla capacità degli alberi, ma vediamo nel dettaglio.
La canapa non necessita di pesticidi
A differenza di altre colture come cotone o lino, che richiedono l’impiego del 50% di tutti i pesticidi utilizzati nelle colture, la coltivazione della canapa non richiede l’uso di prodotti simili. Quando i pesticidi vengono utilizzati filtrano nelle falde acquifere attraverso il terreno, inquinando così fonti d’acqua che dovremmo considerare preziose, come fiumi, mari e oceani causando danni agli organismi acquatici e terresti. Ricordiamo che i pesticidi possono essere correlati a malattie gravi come cancro, malformazioni congenite, alzheimer. Oggetto di importanti e receti discussioni è stato il glifosato, che analizzato in laboratorio e testato sui ratti sembra aver dimostrato la sua cancerogenicità. Tuttavia, un articolo pubblicato nel 2012 è stato in seguito ritrattato per problemi di metodo e i dati non sono mai stati replicati in studi di qualità superiore. Dopo attenta analisi delle prove disponibili, lo IARC di Lione ha classificato il glifosato nel gruppo 2 A, tra i probabili cancerogeni. L’EFSA, OMS e FAO hanno espresso giudizi più rassicuranti, ma hanno previsto comunque misure di cautela, come la valutazione dei residui di glifosato nei cibi e il divieto di utilizzarlo in aeree densamente popolate. A livello nazionale si osservano decisioni che vanno dal divieto di vendita ai privati per uso casalingo (Olanda) fino al divieto di commercializzazione della combinazione del glifosato con ammina di sego polietossilata (Italia) che potrebbe essere all'origine dei problemi di tossicità per l'uomo. Aumentando la superficie terrestre impiegata per la coltivazione di canapa, quindi, potrebbe aumentare la qualità dei terreni sulla quale è coltivata, riducendo significativamente l’esposizione a tossine e materiale inquinanti. Questo processo che si attiva viene definito fitobonifica, ovvero:
- il miglioramento della fertilità del suolo;
- come azione di contrasto alla deforestazione e desertificazione;
- come un’importante azione di cattura e sequestro di anidride carbonica.
Il processo di bonifica avviene tramite l’apparato radicale della pianta, con il quale vengono estratti dal terreno componenti organici o inquinanti come i metalli pesanti, inoltre, assorbe quantità di anidride carbonica, ossido di azoto, ozono e gli inquinanti che costituiscono il cosiddetto indoor pollution. Queste sostanze assimilate vengono o metabolizzate e trasformate in qualcos’altro (fitometabolizzazione) o stoccate (fitodeposito) o recuperate (fitoestrazione) come si può fare con piombo zinco e ferro. Riguardo la fitorimediazione, esistono già autorevoli studi e alcuni significativi precedenti di applicazione pratica:
- Dal 1993 nella zona interessata dagli effetti devastanti di Chernobyl;
- Al 1994 in Polonia per il risanamento dei terreni inquinati dai metalli pesanti;
- In Italia nei terreni inquinati della Campania, in quelli di Porto Marghera nel Veneto e in Puglia.
La canapa è capace di adattarsi ad un’ampia varietà di terreni e tipi di suolo grazie alle radici che raggiungono le profondità del terreno. Questa caratteristica è capace di prevenire l'erosione del suolo, ed inoltre, fa aumentare anche il contenuto microbico presente nel terreno. Dopo la raccolta, i resti nutritivi della pianta di canapa possono essere restituiti al suolo, ringiovanendolo e arricchendolo per una resa ancora più abbondante l'anno successivo.
Fonte di energia rinnovabile.
E se ci fosse la possibilità di disporre di una fonte di combustibile non inquinante, prodotta da una filiera interna e totalmente rinnovabile?
Ebbene sì, è così. La canapa, infatti, si converte in biodiesel con un tasso di efficienza del 97%. Inoltre, brucia a temperature più basse rispetto a qualsiasi altro tipo di biocarburante e quando viene utilizzata in un motore diesel, la canapa sembrerebbe liberare il suo aroma caratteristico, che si sostituisce al cattivo odore di scarico tipico del petrolio.
La canapa potrebbe essere fonte inesauribile di energia rinnovabile per limitare deforestazione e uso di energie fossili. Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, la canapa è il produttore di combustibile da biomassa che richiede meno specializzazione sia nella coltivazione, sia nella trasformazione di tutti i prodotti vegetali. Gli idrocarburi in canapa possono essere trasformati in una vasta gamma di fonti di energia da biomassa, dal pellet ai combustibili liquidi e a gas. Ovviamente lo sviluppo dei bio-carburanti come bio-diesel ed etanolo potrebbe ridurre significativamente il consumo di combustibili fossili e limitare di conseguenza il loro impatto sul pianeta.
Riguardo alla bio-plastica di canapa nei confronti di quella petrolchimica è migliore per le caratteristiche specifiche, è più concorrenziale dal punto di vista del prezzo ed è completamente biodegradabile. La Hemp Body Car, fu la famosa auto di canapa progettata da Ford, ma rimase solo un prototipo. La sua peculiarità era di essere interamente realizzata con un materiale plastico ottenuto dai semi di soia e di canapa, e alimentata da etanolo di canapa, prodotto dai semi della pianta stessa. È stata la prima vettura costruita interamente in plastica di canapa, le cui caratteristiche la rendevano più leggera e più resistente delle normali carrozzerie in metallo. Lo stesso Henry Ford per dimostrare ai giornalisti e al pubblico l'elasticità e la resistenza del nuovo tipo di carrozzeria, si fece filmare mentre colpiva violentemente con una mazza il retro della vettura, senza che questa neppure si ammaccasse. La bioplastica di canapa, ovvero plastica a base vegetale, sostituisce il carbonio a base fossile in plastica con carbonio proveniente da fonti rinnovabili come la canapa. Nei prossimi anni si prevede che le bioplastiche controlleranno il 5% del mercato delle materie plastiche, passando al 40 percento entro il 2030, secondo un importante studio della Grand View Research. In questo scenario, la bio plastica di canapa può dire davvero la sua, specie in tema di imballaggi flessibili in materie plastiche e bioplastiche.
Si stima anche che il danno economico, per l’Ue, dei danni dovuti al degrado causato dalla plastica che si deposita sulle spiagge sia quantificabile tra i 259 e i 695 milioni di euro l’anno e la nuova normativa prevede che a partire dal 2021 venga vieta la vendita all’interno dell’Unione di articoli in plastica monouso. Gli Stati membri entro il 2025 dovranno ridurre del 25% il consumo dei prodotti in plastica per i quali non esistono alternative. Per quanto riguarda le altre materie plastiche, come le bottiglie per bevande, dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90% sempre entro il 2025. La normativa europea prevede per gli Stati membri la necessità di elaborare piani nazionali per incoraggiare l’uso di prodotti adatti ad uso multiplo, nonché il riutilizzo e il riciclo. Un recente rapporto del World Economic Forum (WEF) spiega che attualmente ci sono 150 milioni di tonnellate di plastica negli oceani, andando avanti così nel 2025 per ogni tre tonnellate di pesci vi sarà una tonnellata di plastica. Entro il 2050, invece, la plastica avrà superato in peso la fauna marina.
La canapa per produrre carta
Attualmente solo il 5% della carta mondiale viene fatta da piante annuali come la canapa o il lino. Fare carta con la canapa porterebbe vantaggi ambientali ed aiuterebbe ad invertire il fenomeno della deforestazione. L’uso della fibra di canapa per produrre carta risale a più di 2mila anni fa. Ma agli albori della stampa la carta ricavata dalla canapa ebbe un ruolo preminente: la prime copie della Bibbia stampata da Gutenberg furono prodotte con questo tipo di carta e gli originali delle Costituzioni americana (1776) e francese (1791) sono scritte su carta di canapa. La produzione di carta (come potete leggere qui) proveniente dalla fibra e il legno della canapa comporta importanti vantaggi sia per la sua enorme produttività di cellulosa, poiché un ettaro di canapa produce, in pochi mesi, la stessa cellulosa prodotta da 4 ettari di foresta in decenni, sia per la bassa percentuale di lignina rispetto al legno degli alberi, che permette di evitare l’uso di grandi quantità di acidi che servono per sciogliere il legno. Inoltre, la fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne ottiene è già stampabile, anziché utilizzare composti chimici per sbiancare e trattare la carta ottenuta della fibra di legno anche perché sono dannosi per l’ambiente.
A Fabriano nasce il primo laboratorio artigianale di carta di canapa, Canapa Cruda, la città è nota per la scoperta della filigrana e la colla animale ricavata dalla concia delle pelli da cui è nata una lunga tradizione legata alla produzione artigianale di carta. Oggi, un po’ per la crisi, un po’ per le poche innovazioni e per il mancato ricambio generazionale apportate al settore, i laboratori artigiani che la producono si contano sulle dita di una mano. La fibra che il laboratorio utilizzata proviene dalle aziende agricole locali che nell’ultimi anni sono in costante aumento.
“Mi piace collaborare con piccole realtà del posto proprio per avere un contatto diretto, ridurre i costi e favorire lo sviluppo locale. Il nostro territorio è molto ricco sotto molti punti di vista e va sfruttato sempre in maniera responsabile.”
La Canapa può essere una risorsa contro la fame nel mondo
Nonostante l’uomo cerchi di superare i confini terrestri ed arrivare su Marte, ad oggi, il numero di persone he soffrono la fame a livello globale è di circa 795 milioni. Nei Paesi in via di sviluppo dove vive il 92% dei bambini, 30 persone su 100 sperimenteranno una carenza di crescita a causa della mancanza di cibo. Se la canapa fosse introdotta e diffusa in questi Paesi, visto la grande resilienza, può essere coltivata praticamente ovunque e la popolazione potrebbe essere in grado di produrre e mangiare semi di canapa che sono considerati una delle fonti di cibo più ricche e nutritive del pianeta, soddisfacendo le esigenze alimentari di milioni di persone oggi in difficoltà. I semi di canapa, infatti, forniscono all'organismo aminoacidi, vitamine e molto altro e possono essere utilizzati per produrre due prodotti alimentari di fondamentale importanza per l’alimentazione quotidiana: olio e farina. Impiegandola come coltura di base potrebbe cambiare la vita delle persone, specialmente se si considera il vasto numero individui che possono essere nutriti con questo alimento. L'umanità coltiva la canapa da migliaia di anni e alcuni antropologi ritengono addirittura che questa pianta sia stata la prima coltura agricola tentata dall'uomo oltre dodicimila anni fa.
Come descritto nell’articolo precedente, la canapa è utilizzata per creare tessuti e quindi capi d’abbigliamento alla moda, potrebbe sostituire il cotone visto la funzione termoregolatrice della fibra di canapa e permetterebbe di compiere un passo in avanti per l’ambiente ma anche per l’economia. Il tessuto di canapa ricavato è più resistente alla corrosione, traspirante e resistente ai raggi UV ed esteticamente potrebbe essere un prodotto molto apprezzato come il lino. Oppure la fibra di canapa è già largamente utilizzate per sigillare le tubature o come materiale per il settore edile, specialmente se unito alla calce. La canapa è un ottimo isolante termico e acustico, traspirante e quindi combatte il fenomeno delle muffe e dell’umidità negli ambienti abitativi. Attraverso l’impiego della canapa nel settore edile si possono ridurre gli sprechi in termini di energetici e di impatto ambientale.
Fonti