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- Écrit par : Francesco Nicoletta
- Catégorie : Legalizzazione
Thailandia: tutto pronto per la legalizzazione.
Qualche mese fa abbiamo accennato ai tentativi di regolamentazione della coltivazione personale di piante di cannabis in Thailandia,
oggi a che punto ci troviamo?
La situazione in Thailandia.
Intanto iniziamo con il dire che il governo della Thailandia ha da poco regalato 1 milione di piante di cannabis distribuendole gratuitamente. Questo regalo arrivato nel mese di giugno, da parte del governo per i cittadini, avrebbe lo scopo di spronare alla produzione in occasione dell’entrata in vigore della nuova norma che rende legale l’autoproduzione di cannabis.
L’annuncio è arrivato direttamente dal ministro della Salute Anutin Charnvirakul l’8 maggio con un post su Facebook:
«la nuova legge che entrerà in vigore il 9 di giugno, permetterà ai cittadini di coltivare in casa le proprie piante di cannabis».
Si, avete capito bene, a patto che vengano utilizzate per scopi medici e terapeutici, senza contare che nonostante la libera produzione, essa non potrà essere venduta per scopi commerciali. L'uso ricreativo rimane vietato, ma da oggi sarà possibile per i privati coltivare fino a sei piante di cannabis in casa, dopo essersi registrati presso le autorità. Dopo la pubblicazione nella gazzetta ufficiale, il provvedimento dovrà ora essere firmato formalmente dal ministro della Sanità ed entrerà in vigore tra 120 giorni. Inoltre, potrebbero essere multati fino a 449 dollari statunitensi coloro che coltivano cannabis senza autorizzazione, e fino a 6.742 dollari statunitensi o tre anni di carcere chi vende la cannabis senza una licenza governativa.
Ripercorrendo la via.
Ripercorrendo insieme l’itinerario, possiamo risalire al 25 Gennaio 2022, giorno in cui la Thailandia è diventato ufficialmente il primo paese asiatico a legalizzare la coltivazione di cannabis per uso domestico e personale, dopo aver effettuato un primo timido passo verso la terapeutica nel 2018. Stando a quanto dichiarato, secondo la nuova legge, le persone potranno coltivare a casa le proprie piante medicali, previa notifica al governo locale di competenza: Step fondamentale e importantissimo poiché la mancanza di segnalazione, per quanto dichiarato dai media locali, sarà punita con multe considerevoli, insieme alla vendita che potrà essere punita con una multa e tre anni di carcere. Il Ministro della Sanità thailandese ha delineato ulteriori informazioni rilasciate in seguito alla settimana in cui è stata effettuata la dichiarazione, provvedendo a dare nuove linee guida rispetto alla produzione, il commercio e l’uso ricreativo ai propri cittadini. Nonostante sembra tutto così bello e accattivante, ricordiamo che in questo paese vige ancora la monarchia, la pena di morte, dove gli stessi reati legati alle sostanze stupefacenti causano il maggior numero di restrizioni di libertà e pene capitali.
Sebbene potrebbe non essere il contesto ideale per la legalizzazione, analizzandone il tessuto sociale e culturale dalla storia di questo paese, vediamo come ci sia stata una presa di coscienza rispetto ai danni causati dal proibizionismo: Non dobbiamo dimenticare che nel periodo tra 2003 al 2006 il paese è stata scenario di una sanguinosa guerra alla droga, con gravi ripercussioni per le minoranze etniche con risultati disumani, come per esempio omicidi extragiudiziali da parte della polizia e liste nere che hanno mosso le critiche degli organi internazionali, tra cui il Comitato dei Diritti Umani dell’ONU. Nonostante ciò, come la storia ci insegna, alcune modalità di repressione come questa non riducono né il traffico né il consumo di droghe nel paese, ed oggi in un paese come la Thailandia è ancora possibile essere condannati con la pena di morte o l’ergastolo se si è trovati in possesso con più di 20 grammi di una sostanza di qualsiasi tipo; Nonostante sia sempre più raro vedere applicare la pena capitale, la sua presenza persiste e si sta manifestando la volontà di tentavi di eliminare completamente.
Ma quali sono i vantaggi?
I vantaggi sono molteplici e in possono riguardare ogni ambito sociale. Così come una possibile legalizzazione di cannabis in Italia potrebbe ridurre quelli che sono gli investimenti statali legati alle operazioni antidroga; anche in Thailandia attraverso l’analisi dei relativi dati legati alle carceri, permette all’Internacional Drug Policy Consortium (IDPC) di affermare come tra il 70% e l’80% dei detenuti è legato ad un reato relativo alle droghe, e analogamente al territorio italiano, la maggior parte delle persone recluse sono piccoli spacciatori o consumatori; Proprio la presa di coscienza di questo fattore avvenuto nell’estate del 2021 ha permesso al parlamento di approvare il ‘New Narcotic Bill’, una nuova legge sugli stupefacenti che aumenta l’attenzione sulla prevenzione e il trattamento invece che sulla punizione dei consumatori, che ha creato fino ad oggi un sovraffollamento delle carceri con la conseguenza di vivere in condizioni di vita degradanti senza reali possibilità di recupero.
Ovviamente dalle potenzialità viste del mercato americano, il sistema che ruota intorno alla cannabis si può tradurre sicuramente in una forma molto redditizia di guadagno, tutti possono giovare dei vantaggi di questo mercato, dall’economia al miglioramento della qualità della vita degli individui. I ristoranti potranno offrire piatti che contengono cannabis, anche se mantenendosi sotto il livello dello 0,2% di THC, e le cliniche la potranno prescrivere più liberamente come terapia.
«È un'opportunità per le persone e per lo Stato di guadagnare dalla marijuana e dalla canapa»,
ha affermato il vice primo ministro e ministro della Sanità thailandese, Anutin Charnvirakul, come riporta la Bbc.
Caduta dei reati connessi alla cannabis.
Secondo la nuova legge, la coltivazione di cannabis è permessa solo ai thailandesi e dietro registrazione presso le autorità, e le autorità hanno fatto capire che il consumo personale in privato sarà anche permesso. Fumare marijuana in pubblico rimarrà punibile con una pena di fino a tre mesi di reclusione e una multa di 25mila baht (700 euro).
Dal Bangkok Post:
«I processi in corso e la detenzione in relazione a reati legati alla cannabis saranno annullati una volta che le nuove norme entreranno in vigore giovedì 9 giugno, secondo l'Ufficio della magistratura. La produzione, l'importazione, l'esportazione, la distribuzione, il consumo e il possesso di cannabis, ad eccezione delle sue sostanze psicoattive, saranno formalmente legalizzate il 9 giugno quando entrerà in vigore una pronuncia del Ministero della salute pubblica pubblicato sulla Royal Gazette il 9 febbraio, ha affermato Sorawit Limparangsri, un portavoce dell'Ufficio.»
I reati legati alla cannabis che hanno portato a cause giudiziarie e alla detenzione prima del 9 giugno verranno annullati, con la restituzione di eventuali pagamenti obbligazionari. Secondo l'agenzia, verranno rilasciate anche le persone incarcerate in processi correlati che scontano il carcere a causa dell'impossibilità di pagare le multe. Oltre alle persone liberate dalla prigione e all'abbandono degli attuali procedimenti giudiziari, le persone precedentemente condannate per alcuni reati legati alla cannabis vedranno le loro iscrizioni giudiziali cancellate dagli archivi. Le persone in attesa di processo dovranno comunque presentarsi in tribunale come requisito procedurale, ma solo per poter eseguire un riesame giudiziario per garantire che il caso sia idoneo per l'archiviazione. È bene ricordare che non tutti i casi che coinvolgono la cannabis potranno essere così risolti. Alcuni casi trattano anche di altri reati oltre alla cannabis, che dovranno essere affrontati dalla giustizia penale. Lo stesso vale per i casi di cannabis che vanno oltre i parametri consentiti dalla nuova legge sulla cannabis.
È bene essere consapevole dello stato pietoso in cui versano le carceri, ed in particolare quelli thailandesi. Le condizioni delle prigioni thailandesi sono tra le più critiche al mondo e l’ultima cosa che una persona vorrebbe è trascorrerci lunghi periodi di tempo per cause legate al consumo di stupefacenti. Dormire in celle sovraffollate, sul pavimento di cemento con la luce costantemente accesa, dover obbedire ed inchinarsi ai secondini, considerati come sovrani nelle prigioni, insomma. Il nostro consiglio è sempre quello di non consumare nessun tipo di sostanza a prescindere dalla legalizzazione della coltivazione personale.
Mentre in Europa?
In Italia anziché proseguire nell’iter referendario, è stato bocciato dalla cassazione. Siamo nelle mani dell’ultima occasione per questa legislatura di dare il contributo purché minimo alla società, prima che il sipario si abbassi. Nonostante tutto a noi resta sempre una piccola magra consolazione, ovvero quella di guardare i nostri vicini che intraprendono iter per la legalizzazione, come la Germania.
«Mi preoccupo di proteggere e aiutare le persone, non di punirle. Con la vendita controllata e regolata della cannabis in Germania, faremo la storia europea»
aveva infatti sottolineato il commissario tedesco per le droghe Burkhard Blienert, mettendo l’accento sul nuovo approccio che porterà un vero cambiamento di paradigma nella politica delle droghe e delle dipendenze. L’ultima cosa che mancava era la data di presentazione del progetto di legge e ci ha pensato il ministro della Salute Karl Lauterbachs, spiegando che sarà presentata il prossimo autunno. La coalizione del semaforo vuole introdurre una distribuzione controllata di cannabis per gli adulti a scopo di consumo in negozi autorizzati, come dichiarato nell’accordo di coalizione e Lauterbach ha detto di aver rivisto la sua posizione originariamente negativa. Secondo un rapporto degli analisti specializzati di BDSA, le vendite di cannabis legale in Germania dovrebbero raggiungere i 3 miliardi di dollari l’anno entro il 2026. Nel frattempo, gli investitori stanno già puntando su questo nuovo mercato e le aziende che si occupano di cannabis medica, già legale ed affermata come il mercato più grande in Europa, hanno ricevuto finanziamenti sia dalla Germania che dagli Stati Uniti.
l'Ucraina e i suoi passi in avanti.
Il 7 giugno il ministro della Salute ucraino Viktor Liashko ha annunciato che il governo, durante la guerra con la Russia, ha appoggiato il disegno di legge che legalizza la cannabis medica.
«Comprendiamo gli effetti negativi della guerra sulla salute mentale. Comprendiamo il numero di persone che avranno bisogno di cure mediche a causa di questa esposizione. E capiamo che non c'è tempo per aspettare».
Ha anche sottolineato che coloro che si battono contro la legalizzazione della cannabis medica in Ucraina confrontano deliberatamente i medicinali a base di cannabis con la cannabis illegale per negare il suo valore medico come medicinale e per screditare l'idea del suo uso per scopi medici. Il disegno di legge amplia l'accesso dei pazienti al trattamento necessario per oltre 50 condizioni, tra cui cancro e disturbo da stress post-traumatico (PTSD), malattie neurologiche e dolore cronico di origine neuropatico. Allo stesso tempo, fornisce un controllo rigoroso sulla coltivazione, produzione e vendita di prodotti a base di cannabis medica, comprese autorizzazioni e licenze per le attività economiche per la coltivazione di ceppi di cannabis a fini medici e di ricerca scientifica, nonché una cannabis medica come sistema di tracciabilità al fine di fornire informazioni su tutte le fasi della circolazione dei prodotti. I pazienti potranno ottenere prodotti a base di cannabis medica attraverso una prescrizione di un medico.
Secondo il sistema progettato, l’organo esecutivo centrale determina la percentuale di THC nei prodotti a base di cannabis medica attraverso test di laboratorio condotti da imprese, istituzioni e organizzazioni. Il disegno di legge è stato inizialmente presentato nel giugno 2021. Ma un mese dopo, il parlamento ucraino non l'ha approvato. Il governo ha legalizzato l'uso di dronabinol, nabilone, droghe sintetiche a base di THC e nabiximols, un estratto di cannabis sviluppato dalla società britannica GW Pharmaceuticals nell'aprile 2021, due mesi prima che i legislatori presentassero il disegno di legge sulla cannabis medica. Secondo il quotidiano ucraino Kyiv Post, i risultati di un sondaggio nazionale condotto nell'ottobre 2020 dall'allora candidato presidente Volodymyr Zelenskyy hanno mostrato che la maggior parte degli ucraini sostiene la legalizzazione della cannabis medica: il 64,88% degli intervistati ha detto "sì", mentre il 29,53% ha detto "no". Analizzando la dichiarazione diLiashko su Facebook, sembra che la guerra Russia-Ucraina abbia accelerato il processo di legalizzazione della cannabis medica. Il ministro ha evidenziato come il disegno di legge creerebbe le condizioni per ampliare l'accesso dei pazienti al necessario trattamento del cancro e dei disturbi da stress post-traumatico derivanti dalla guerra.
Gli ucraini sono esposti a un enorme disagio psicologico a causa del conflitto. Gli esperti avvertono che la guerra ha già causato enormi traumi psicologici, soprattutto tra bambini, giovani e anziani. In mezzo alla crisi di salute mentale generata da oltre 100 giorni di guerra, la cannabis medica può rappresentare un'opzione per il processo di resilienza delle persone. Come riportato da un comunicato stampa del Ministero della Salute ucraino, prove preliminari mostrano che l'uso di droghe a base di cannabis medica è efficace in caso di disturbi mentali derivanti dall'uso di sostanze psicoattive con effetto stimolante sul corpo umano, nonché per superare l'ansia, il disturbo da stress post-traumatico e i disturbi del sonno. Il Ministero della Salute si aspetta che il Parlamento appoggi ulteriormente il disegno di legge, osservando che la cannabis medica può prevenire la sofferenza dei pazienti e migliorare il loro trattamento. La cannabis ricreativa in Ucraina rimarrà illegale. La sua produzione, vendita, acquisto e altre attività illecite danno luogo a reati amministrativi o penali.
Fonti: