il logo per il cannabis referendum

È troppo tempo ormai che appassionati ed estimatori della cannabis, vivono nell’ombra.

Bisogna sempre guardarsi le spalle nel momento in cui si accende un joint e ancor di più quando si ha a disposizione dello spazio allestito per il growing. Qualunque sia la tua posizione abbiamo novità per te!


In seguito alla legalizzazione della cannabis in diversi stati americani, In Italia ci sono stati vari tentativi per portare alla Camera ogni sorta di emendamento che potesse riguardare la regolamentazione o semplicemente la tolleranza dell’uso personale della pianta di canapa. Da due giorni a questa parte è stata indetta una raccolta firme per un referendum abrogativo in favore della coltivazione domestica di quattro piante di cannabis. Ma partiamo con ordine.

Cosa prevede l'emendamento?

Dopo oltre un anno, tra audizioni e nuove proposte di legge presentate, è stato finalmente adottato in Commissione Giustizia della Camera il testo base sulla cannabis. I partiti che si sono schierati a favore sono: Pd, M5s, Leu e Radicali, mentre Forza Italia e Lega hanno votato contro assieme a FdI, mentre Italia viva si è astenuta. Composto da 5 articoli, il testo presentato ed in seguito adottato in commissione mira a modificare il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n.309, in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati.


Il testo è stato il risultato della collaborazione tra le diverse posizioni interne alla maggioranza e costituisce una sintesi delle tre proposte di legge presentate dal 2019 ad oggi promosse dal radicale Magi, una seconda targata M5s e infine il testo a prima firma del capogruppo leghista Molinari. Il testo adottato prevede importanti novità tra cui:


1) La non punibilità della coltivazione domestica per uso personale (clicca qui) e quindi la possibilità di poter coltivare in casa piccole quantità legate all’uso personale, quindi la coltivazione di quattro piante femmina di cannabis. Così facendo avremo finalmente la possibilità di poter scegliere tra i cataloghi contenenti le varie genetiche che più ci stanno a cuore (guarda qui) e che soddisfano il nostro esigente lato di consumatori. Il tempo è ancora prematuro per sapere effettivamente quali e se (sicuramente) ci saranno limiti imposti, per esempio se ciò sarà possibile attraverso la coltivazione indoor nei rispettivi growbox (guarda qui), e quindi con l’acquisto di strumenti specifici per garantire una certa quantità e qualità del prodotto. Non sappiamo ancora se saranno stabiliti dei limiti generali sul quantitativo di sostanza che è possibile detenere nello stesso momento in cui si coltiva. E forse sarà necessario autodenunciarsi alle autorità nel momento in cui decideremo di coltivare


«La coltivazione ad uso personale sarà consentita solo a persone maggiorenni e la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto»

2) L’inasprimento delle penne nei confronti di chi commette reato di spaccio di cannabis nei confronti di un minorenne. Ricordiamo che attualmente l’ordinamento italiano punisce con la reclusione e la multa chiunque coltivi, produca, fabbrichi, estragga, raffini, venda, offra, ceda, distribuisca, commerci, trasporti, procuri ad altri, invii, passi, spedisca, consegni per qualunque finalità o detenga, per la vendita o per la cessione, sostanze stupefacenti o psicotrope. Pertanto, il reato di spaccio di droga si configura anche nell’ipotesi in cui avvenga la cessione di droga tramite vendita o in maniera gratuita, come può avvenire tra conoscenti e amici, mediante la cessione o consegna della sostanza.

«Chiunque, essendo munito dell'autorizzazione a coltivare cannabis illecitamente cede, mette o procura che altri metta in commercio le sostanze o le preparazioni è punito con la reclusione da 8 a 20 anni e con la multa da 30.000 a 300.000 euro […] Al contrario, la pena è meno pesante reclusione da 3 a 12 anni e multa da euro 20.000 a 250.000 euro, se le attività illecite riguardano le sostanze o le preparazioni indicate nella tabella II di cui all'articolo 14, ovvero la cannabis»

3) La depenalizzazione dei reati di “lieve entità” e quindi la conseguente distinzione tra tipologie di sostanze stupefacenti, non sarà più previsto il carcere ma la possibilità di svolgere lavori di pubblica utilità. In Italia, attualmente quando viene commesso un reato di spaccio, oltre alle sanzioni penali, vengono applicate anche sanzioni amministrative come per esempio:

  • La sospensione della patente di guida o divieto di conseguirla fino a tre anni;
  • La sospensione della licenza di porto d’armi o divieto di conseguirla; 
  • la sospensione del passaporto e di altro documento assimilabile o divieto di conseguirli e la sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o divieto di conseguirlo se è cittadino extracomunitario.

Il lavoro di pubblica utilità può sostituire la pena per non più di due volte. Nessuna riduzione (le norme non si applicano) nei casi in cui le sostanze stupefacenti e psicotrope sono consegnate o comunque destinate a persona di minore età. Infine, vengono soppressi gli illeciti e le sanzioni amministrative, come ad esempio la sospensione della patente.

E ora la raccolta firme!

Nonostante il testo base sia stato accettato ha da subito incontrato un muro, sono stati presentati innumerevoli cambiamenti da parte dell’opposizione in modo tale da complicare le aspettative. In seguito al referendum giustizia lanciato da Lega e Partito radicale che hanno raggiunto rispettivamente 600mila firme sicure, ormai quasi 800mila, si va verso il milione di firme su sei quesiti, alcuni dei quali davvero molto tecnici; E Il recentissimo bis della raccolta di firme in calce al referendum per l’eutanasia legale di cui il motore è stato una piccola associazione, la Luca Coscioni, appoggiato a titolo personale da alcuni parlamentari. Solo grazie al passaparola, questo referendum viaggia già verso il milione di firme, di cui 300 mila digitali, grazie a un emendamento inserito di straforo nel dl Semplificazioni dal deputato di +Europa, Riccardo Magi, che permette a chi è dotato di Spid e firma digitale di votare pure da casa. 48 ore fa è stata lanciata ufficialmente la campagna per un nuovo quesito referendario, stavolta la cannabis che dopo due giorni di votazioni ha raggiunto ben 220.000 firme.

La raccolta firme per un referendum sulla depenalizzazione dell’uso della pianta è iniziata solo ieri e dovrà concludersi entro il 30 settembre, come vuole la legge Il quesito che è già stato depositato presso la Corte di Cassazione punta a intervenire sul piano della rilevanza penale e su quello delle sanzioni amministrative. A proporlo è un gruppo di esperti, giuristi e militanti coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione. Alla proposta hanno preso parte anche rappresentanti dei partiti di +Europa e Radicali italiani. La raccolta di firme per la depenalizzazione ha uno sponsor eccellente, è sceso direttamente in campo il cofondatore del M5s Beppe Grillo. Il fondatore ha deciso di impegnarsi per il buon esito del referendum. Per di più la battaglia avviene su un terreno, quello online, di cui proprio Grillo è grande esperto.


«Al via il Referendum per depenalizzare la #cannabis in Italia e aprire la strada alla legalizzazione. Servono 500mila firme entro il 30 settembre 2021. Firmate e fare firmare!»


Il sito ufficiale per la raccolta delle firme è referendumcannabis.it in cui poter firmare tramite Spid o altri strumenti di firma digitale. Il sito è diventato operativo 48 ore fa dopo il deposito avvenuto lo scorso 7 settembre presso la Corte di Cassazione da parte di un gruppo di esperti, giuristi e militanti, da sempre impegnati contro il proibizionismo, coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione e Antigone. Il quesito referendario riferito al Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, di cui al d.P.R. 309/1990, è stato formulato con l’intento sia di intervenire sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe. Come ogni proposta effettuata dalla maggioranza, l’opposizione risponde. Anche in questo referendum è pressoché il solito schieramento: considerato argomento rilevante a sinistra e osteggiato a destra.


Lo scontro frontale fra opposte fazioni fa temere per la stabilità dell’ampia maggioranza che sostiene il Governo Draghi. In settimana in commissione Giustizia si è registrata una spaccatura a proposito della depenalizzazione della coltivazione della cannabis fino a quattro piante perlopiù per uso terapeutico. I promotori sottolineano, come del resto sempre fatto in passato, che la sua approvazione toglierebbe risorse alla criminalità ma la motivazione non soddisfa il centrodestra che ha votato contro (indovinate perché). La proposta, però, è passata con i voti dei Dem e dei pentastellati. Ora alla mossa parlamentare si affianca la chiamata del popolo. Mentre da una parte Beppe Grillo, fondatore dei M5s, invita gli italiani a sostenere il referendum, ma sul fronte opposto spunta Matteo Salvini che non fa mistero della sua totale contrarietà alla legalizzazione della cannabis.


«Faremo la nostra battaglia affinché non passi la legge di Pd, M5s e Leu che permette di coltivare la cannabis in casa per farsi le canne»


ha annunciato il leader della Lega nel corso di un incontro con i cittadini di Lanciano, in provincia di Chieti. Ma quella dell’ex ministro dell’Interno non è l’unica voce che si alza forte dal centrodestra per cercare di stroncare la possibilità che la cannabis venga depenalizzata.

«Altro che autoproduzione a scopo terapeutico, le proposte a favore della cannabis legale vengono allo scoperto con il referendum, l'ennesimo, proposto dai radicali ed ex radicali per legalizzare le droghe. Si tratta di una scelta grave ed irresponsabile, che contrasteremo democraticamente con la forza della verità e degli argomenti. Ma è grave che in Italia alcuni politici si mobilitino in favore della droga, della morte, invece di sostenere la vita, la prevenzione, il recupero, la tutela della salute. A maggior ragione dopo anni così drammatici sul fronte della tutela delle persone. […] Il referendum- ha aggiunto il senatore azzurro- se mai andrà avanti, sarà sconfitto. Abbiamo già costituito una fitta rete di presenze e di organizzazioni per difendere le ragioni della vita contro ogni tentativo di legalizzazione della cannabis».


A dirlo è stato Maurizio Gasparri, membro del Comitato di presidenza Fi. Per Gasparri

«gli argomenti a sostegno di questa proposta sono tutti falsi e facilmente smontabili ma soprattutto si dimostra che il tentativo di legalizzare la cannabis a fini terapeutici è solo un espediente per andare direttamente all'obiettivo più vasto di legalizzare cannabis e poi in seguito altre droghe ancora più dannose [...] Li fermeremo. Saranno sconfitti.»

In conclusione

La neoministra Fabiana Dadone antiproibizionista e Pentastellata, dopo aver ricevuto la delega sulle politiche antidroga dal governo Draghi, ha annunciato a ridosso della sua nomina di convocare la Conferenza sulla diffusione e dipendenza da sostanze stupefacenti che non si teneva in Italia da 12 anni. Si terrà a Genova il 27 e il 28 novembre 2021, in cui si discuterà in materia di stupefacenti. La Ministra Dadone concentra l’attenzione sulle “nuove tendenze” dei consumi giovanili, che nell’impatto con la pandemia mostrerebbero una realtà di “allarme e di emergenza”, e sull’introduzione del Dipartimento delle Politiche Antidroga che chiarisce come il tema centrale sia “l’accelerazione imponente e generalizzata” dei “cambiamenti già in atto”. Non sappiamo se la fine del 2021 possa riservarci sorprese. Oggi più che mai si parla di legalizzazione, ma tra quasi un anno le camere sospenderanno il loro lavoro in previsione delle nuove elezioni amministrative che, stando a quanto dicono gli exit pol attuali, l’Italia da qui ad un anno potrebbe essere governata da proibizionisti del centro destra. Non va dimenticato che il governo di centrodestra sarà sicuramente un governo proibizionista e non possiamo immaginarci un futuro peggiore per noi estimatori, per la pianta stessa e sicuramente anche per l’ambiente e il pianeta. In questo caso siamo certi di dover dire addio (per altri 5 anni almeno) ad ogni timido progetto in favore della legalizzazione, anzi, sembra che il vento possa cambiare completamente direzione a nostro svantaggio costringendoci a difendere con tutti i mezzi legislativi possibili.

Fonti

Public Policy

Rai News

Dolcevita

Avvocato Flash

Camera.it

Quotidiano,net

Il giornale

Politiche Antidroga

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