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- Écrit par : Francesco Nicoletta
- Catégorie : Gardening Corner
Carenze dei nutrienti durante la coltivazione.

Nella coltivazione di piante indoor e outdoor in generale, l'equilibrio delle sostanze nutritive è un fattore di basilare importanza se si vuole ottenere piante in salute e vigorose.
Capita molto spesso durante il periodo di coltivazione che il grower si imbatta, nel corso del ciclo vitale della pianta, in carenze di nutrienti che inducono sofferenze nelle nostre piccole amiche che non tardano a manifestarlo.
La speranza che sta dietro ad ogni coltivazione è quello di ottenere i migliori fiori possibili che possano andare in contro alle esigenze dei consumatori a scopo terapeutico/personale; per fare ciò bisogna attenersi ad alcuni principi fondamentali. Come ribadito negli articoli precedenti (clicca qui) è fondamentale per ottenere il massimo dalle nostre creature, mantenerle in un range corretto di temperatura ed umidità, poi bisogna accertarsi di avere le accortezze necessarie in merito a luce, clima, e nutrimento. Quest’ultimo consiste nelle sostanze nutritive utili a soddisfare il fabbisogno necessario in ogni fase di sviluppo della pianta e che sono assimilabili grazie al Ph.
Senza le giuste attenzioni il sistema difensivo della pianta si indebolirà e potranno presentarsi situazioni spiacevoli come muffe, insetti e parassiti (clicca qui) e nei peggiori dei casi, una carenza può̀ minacciare addirittura la sopravvivenza della pianta stessa. Senza le precauzioni necessarie il risultato non sarà all’altezza degli standard di qualità con una conseguente diminuzione della produzione di fiori, cannabinoidi e terpeni.
In base alla risposta che essa manifesta può essere possibile identificare la carenza nutritiva, il che è fondamentale per intervenire tempestivamente correggendola. La situazione di carenza nutritiva si manifesta quando la pianta non riesce ad accedere ad un nutriente o ad un minerale essenziale per la sua crescita. Lo status ci viene suggerito dall’aspetto delle foglie e della pianta in generale, quindi nel corso della sua esperienza, un grower esperto riuscirà in futuro a distinguere facilmente ogni deficit di nutriente a prima vista.
Per far sì̀ che l'assorbimento dei nutrienti avvenga a livello raicale, il pH deve essere un numero compre in un range prestabilito. Se il terreno di coltivazione diventa troppo acido o troppo alcalino, i nutrienti non riescono ad essere assorbiti.
Il Ph.
Prima di tentare di identificare qualsiasi carenza nella vostra pianta di cannabis è importante verificare che il pH sia all’interno del giusto range. Quelle coltivate a terra dovrebbero rientrare in un pH 5,8-6,5 circa. C’è da dire che molti terricci attualmente in commercio dovrebbero auto-regolarsi e tendere naturalmente al giusto pH, ma non fidatevi troppo, vale sempre la pena controllare. Ricordate inoltre che il pH della vostra acqua può̀ variare in base al vostro domicilio e in base alla stagione, non date per scontato che sia sempre uguale. In periodi dell'anno diversi, con la caduta delle piogge e qualche trattamento, il pH può alzarsi ed abbassarsi leggermente. Essere a conoscenza del livello di pH della fonte d'acqua è un buon punto di partenza ed è qualcosa che vale davvero la pena controllare.
I nutrienti per le vostre piante (NPK).
Riconoscere in tempo la carenza del proprio vegetale è fondamentale, ci permetterà di integrare nutrienti in un tempo utile per permetterle di svolgere le sue naturali attività biologiche. Alla base degli elementi nutritivi troviamo azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Essi sono conosciuti come i macronutrienti e costituiscono le fondamenta della salute delle piante. In quanto tali, questi tre nutrienti sono solitamente presenti nell’etichetta dei fertilizzanti sotto forma di un rapporto chiamato NPK. Maggiore è il numero per ciascun valore, maggiore è la concentrazione di quel particolare nutriente. Ma non sono gli unici nutrienti ad influenzare le attività biologiche della pianta. Essa ne ha bisogno di molti altri per poter sopravvivere e prosperare. Parliamo di nutrienti secondari come calcio, magnesio e zolfo. In fine, utilizzano seppur in quantità minori, i micronutrienti. Questi includono boro, cloro, rame, ferro, manganese, molibdeno e zinco. Nonostante non siano i principali, svolgono comunque ruoli molto importanti in vari aspetti della salute del vegetale.
Quando iniziare a somministrarli?
Quando la pianta germoglierà e si troverà nello stato di plantula, otterrà il nutrimento necessario direttamente dal seme, e assorbendo l'acqua attraverso le prime foglie permetterà all’apparato radicale di svilupparsi. Proprio per questo principio è importante tenerle in un ambiente caldo ed umido. Detto ciò, non preoccupatevi di somministrare nutrienti alle vostre piantine fino a quando non avranno raggiunto circa 4 settimane di vita. In fase vegetativa alcuni grower scelgono di avviare le loro piante con un fertilizzante leggero, NPK con un rapporto di 2:1:2 da utilizzare nella settimana di passaggio tra lo stato di piantula e la fase vegetativa. Questo può essere un ottimo modo per introdurre sostanze nutritive più concentrate in modo tale da evitare che la soluzione maggiormente concentrata possa bruciarla.
Tuttavia, pare si possano ottenere ottimi risultati anche iniziando con una concentrazione 4:2:3. A metà della fase vegetativa, che dovrebbero corrispondere a circa 6 settimane dopo la germinazione, si potrà aumentare in modo massiccio i nutrienti per aiutarle a sviluppare un fogliame sano e forte. Durante questa fase più strong, generalmente si opta per un fertilizzante 10:5:7. Questi livelli elevati di azoto aiuteranno le piante a produrre un lussureggiante fogliame verde e sviluppare un sacco di punti di formazione per le cime.
Verso la fine della fase di crescita, è buona idea iniziare a ridurre i livelli di azoto e preparare le piante per passare al nutrimento indicato per la fioritura, con una soluzione pari a 7:7:7.
Nella fase di fioritura.
Le piante in fase di fioritura hanno bisogno di meno azoto ed una maggior quantità di potassio per poter produrre fiori grandi e resinosi. Durante le prime due settimane, si è soliti optare per un fertilizzante con concentrazione NPK 5:7:10. A metà della fase si potrebbe pensare di aumentare un altro po’ il valore di potassio con una soluzione nutritiva 6:10:15. Mentre nelle ultime settimane, nelle coltivazioni indoor è preferibile utilizzare la tecnica del Flush, che consiste nel risciacquare terreno e radici con grandi quantità di acqua affinchè possiate permettere alla pianta di espellere le impurità apportate dalla somministrazione di fertilizzanti che potrebbero compromettere il sapore delle cime.
Nutrienti mobili e immobili.
Occorre fare un’ulteriore classificazione tra i nutrienti detti mobili e quelli detti immobili a seconda che possano essere trasportati in base alla necessità biologica della pianta una volta assimilati. Per capirci meglio, un nutriente mobile immagazzinato nelle foglie più vecchie della pianta può essere spostato attraverso trasformazioni interne, per risolvere una carenza in un’altra parte della pianta. I nutrienti immobili rimarranno molto vicini a dove sono stati inizialmente depositati dalla pianta e quindi non trasportabili. Le carenze di nutrienti mobili mostreranno i sintomi nelle foglie più vecchie alla base della pianta, mentre i nutrienti immobili mostreranno i primi segni di carenza nella nascita delle foglie più recenti. Sapere quali nutrienti sono mobili e quali sono immobili ti aiuterà a diagnosticare potenziali carenze in base a come il vegetale lo comunica.
I componenti mobili sono:
Aczoto la cui carenza è una delle più comune nella cannabis. Esso è essenziale per tutto il ciclo di vita della pianta, ma soprattutto durante quella vegetativa. I sintomi osservabili sono:
- Un generale alleggerimento e poi ingiallimento nelle foglie più mature e mature, specialmente vicino alla base della pianta;
- Grave carenza vedrà un ingiallimento continuo, progredendo nella pianta, con possibile scolorimento e macchie brune ai margini delle foglie; alla fine lascia arricciare e rilasciare;
- Diminuzione dei siti di gemme e prima fioritura con rese sostanzialmente ridotte.
Potassio: fondamentale per la produzione e il movimento di zuccheri e carboidrati. È indispensabile per il processo di divisione cellulare, per la traspirazione e la crescita delle radici, senza di esso le piante non possono crescere. I sintomi generalmente sono:
- Foglie opache, eccessivamente verdi, seguite da punte di foglie brunastre “bruciate”, clorosi (ingiallimento) e macchie brune, in particolare sulle foglie più vecchie;
Ulteriori carenze mostrano bruciatura delle foglie, disidratazione e arricciamento della crescita più giovane; - Lasciata deselezionata, la carenza di potassio si traduce in piante deboli, alta sensibilità a parassiti e malattie e drastica riduzione della fioritura.
Magnesio: Esso è l’atomo centrale in ogni molecola di clorofilla, il che significa che le piante lo usano in quantità molto elevate. È fondamentale per assorbire l’energia dalla luce e ad aiutare gli enzimi a creare carboidrati e zuccheri che producono fiori. I sintomi della carenza sono:
- Le piante non mostreranno segni di una carenza di magnesio fino a 3 o 6 settimane dopo che è iniziata, a quel punto vedrai le aree tra le vene delle foglie più vecchie ingiallire (clorosi interveinica) e la formazione di macchie color ruggine;
- Questi sintomi progrediranno attraverso l’intera pianta, con macchie sempre più grandi nelle aree intervenali e punte e margini delle foglie;
- Alcune foglie si arricciano, muoiono e cadono, mentre l’intera pianta appare malaticcia e droopy;
- I sintomi della carenza di magnesio aumenteranno rapidamente durante la fioritura, portando ad un raccolto ridotto.
I componenti immobili sono:
Calcio: Essenziale per l’integrità e la crescita delle cellule. Esso aiuta il flusso di azoto e zuccheri attraverso la pianta. La mancanza si trova di solito nei giardini idroponici o all’aperto in climi molto umidi e freschi con terreno acido. I sintomi sono:
- Le foglie più basse si arricciano e si deformano, seguite da irregolari macchie giallo-brunastre con bordi marroni che crescono nel tempo;
- Le punte delle radici inizieranno ad appassire e morire, e la pianta diventerà rachitica con rese inferiori.
Manganese: Esso aiuta a utilizzare l’azoto e il ferro nella produzione di clorofilla e favorisce la riduzione dell’ossigeno. La carenza è rara e solitamente è causata da un pH elevato o da un eccesso di ferro. I sintomi sono:
- Come con altri nutrienti immobili, i sintomi iniziano nella nuova crescita, mostrando inizialmente la clorosi interveinica seguita da macchie necrotiche, che si diffondono gradualmente verso le foglie più vecchie;
- Il segno più ovvio è quando i margini e le vene delle foglie rimangono verdi attorno all’ingiallimento delle aree intervenali.
Zinco: Esso è fondamentale per la produzione di zuccheri e proteine, così come per la formazione e la conservazione della clorofilla e per una crescita sana dello stelo. La carenza è abbastanza comune, specialmente nei terreni alcalini e nei climi secchi, ed è solitamente il risultato di livelli elevati di pH. I sintomi sono:
- Le foglie giovani e la nuova crescita mostrano una clorosi intervenale, con piccole e sottili lame fogliari che si raggrinziscono e deformano;
- Le punte delle foglie scoloriranno e bruceranno, seguite dai margini delle foglie e poi delle macchie marroni;
- Il segno più ovvio sono le foglie che ruotano di 90 gradi lateralmente.
Vi sono altri componenti che sono semi-mobili:
Zolfo: Essenziale per la respirazione delle piante e la sintesi e la degradazione degli acidi grassi. Gioca un ruolo importante nella produzione di oli e terpeni. È raro vedere una carenza di zolfo nella cannabis, ma queste carenze sono solitamente il risultato di una perdita di fosforo a causa di un alto livello di pH nella zona della radice. I sintomi sono:
- Cercate le foglie giovani per diventare verde lime poi gialle con crescita rachitica, seguite dall’ingiallimento delle venature delle foglie accompagnate da essiccazione e fragilità;
- La carenza continua si traduce in una produzione di fiori lenti e deboli con una potenza ridotta.
Rame: Necessario solo in tracce, aiuti di rame nella fissazione dell’azoto, metabolismo dei carboidrati e riduzione dell’ossigeno. I sintomi sono:
- La carenza è molto rara e i primi sintomi si manifestano con l’avvizzimento lento, la torsione e la trasformazione di una nuova crescita;
- punti morti appaiono sulle punte delle foglie e sui margini, e talvolta l’intera pianta appassisce.
Ferro: Il ferro è essenziale per la riduzione e l’assimilazione di nitrati e solfati e un catalizzatore per la produzione di clorofilla. Le carenze sono solitamente il risultato di livelli di pH impropri o livelli eccessivi di manganese, zinco o rame. I sintomi sono:
- I sintomi iniziali appaiono nella crescita più giovane, con la clorosi intervenale che si manifesta alla base di nuove foglie;
- I sintomi poi progrediscono attraverso le foglie e nella crescita più antica, con ingiallimento generale tra le nervature fogliari.
Fonti: