- Détails
- Écrit par : Francesco Nicoletta
- Catégorie : Cannabis e cultura
Trasformare le vostre piante di cannabis in eleganti bonsai

Chi di voi non ha mai pensato di mettere una pianta di cannabis in esposizione in salotto?
magari trasformandola in un oggetto di design, in una pianta da appartamento da esporre su qualche mensola come componente d'arredo.
I bonsai (盆栽) letteralmente "piantato in vaso piatto” sono alberi in miniatura, che vengono mantenuti per molti anni, intenzionalmente nani, tramite tecniche come la potatura e riduzione delle radici. Con questa tecnica di coltivazione si indirizza la pianta, durante il processo di crescita, ad assumere le forme e dimensioni volute, plasmandola anche con l'utilizzo di fili metallici guida, pur rispettandone completamente l'equilibrio vegetativo e funzionale.
"Bonsai" è la lettura giapponese dei due kanji 盆栽: il primo “Bon” o “ciotola”, mentre il secondo “sai” significa "piantare". La tecnica bonsai è nata in Cina e fu modificata in Giappone applicando alle piante i canoni estetici dell’influenza Zen. l'alberello è legato a quello che gli Orientali chiamano seishi: l'arte di dare una forma, di coltivare, il praticare le tecniche più svariate sempre nel rispetto della pianta. I bonsai sono dunque natura viva, piccoli alberi che malgrado le dimensioni contenute esprimono tutta l'energia che è racchiusa in una pianta grande. Il termine non si riferisce dunque ad una particolare specie di vegetale, ma alla tecnica di coltivazione usata per limitare le dimensioni della pianta. L'obiettivo della coltivazione di un bonsai è ottenere una pianta sana e matura, che esibisce dimensioni molto inferiori rispetto a quelle naturali.
A proposito di Bonsai
La prima cosa da fare per creare il nostro bonsai è avere a disposizione una pianta, si può comprare un prebonsai, che viene acquistato già potato e legato con il filo ferrato, oppure si può ottenere attraverso differenti tecniche di coltivazione, per esempio da talea. Tuttavia, è molto importante scegliere una specie che si adatti alle condizioni ambientali in cui andrà ad essere coltivato. Se non si vuole ricorrere all’acquisto di un prebonsai, un modo meno costoso e divertente ma con risultati che si faranno vedere nel lungo termine, consiste nel coltivarsi un proprio albero, usando semi o potature. Ma siete avvisati! Ci vorranno almeno dai 3 ai 5 anni prima che la pianta possa essere educata a Bonsai.
Iniziamo a occuparci dellapratica più importante; ovvero la potatura. La potatura è fondamentale per mantenere gli alberi piccoli e per modellarli. L’obiettivo è sempre di creare un Bonsai che assomigli il più possibile a una pianta in natura. Assicuratevi, dunque, di acquistare delle buone tronchesi concave per quando dovremo potare dei rami un po' più spessi. I tagli cavi lasciati da queste tronchesi si chiudono e cicatrizzano molto meglio di quelli lasciati da qualsiasi altra cesoia.
Ecco alcuni casi in cui un ramo deve essere eliminato:
- Se due rami partono alla stessa altezza della pianta, dovete tenerne solo uno in base al vostro progetto potete scegliere quale ramo conservare;
- Elimina i rami con curve e forme innaturali;ù
- Elimina i rami sproporzionatamente spessi dalla cima della pianta;
Un’altra importante tecnica per modellare il Bonsai è costituita dall’avvolgimento del tronco con il filo di ferro. Avvolgendo con attenzione un rotolo di alluminio anodizzato (o rame ricotto) intorno ai rami è possibile piegarli e modellarli, almeno fino a un certo diametro. Una parte fondamentale delle informazioni sulla coltivazione del Bonsai riguarda il suo mantenimento e la sua cura. Sebbene ogni tipo di pianta abbia delle specifiche linee guida per la sua cura, in questa sezione vi informeremo in proposito di alcune regole di base:
La frequenza dell’innaffiatura dipende da un’ampia varietà di fattori, inclusi la specie della pianta, la usa dimensione e il clima. Se eseguita troppo abbondantemente può provocare il marciume radicale, che rappresenta una delle maggiori cause di morte dei Bonsai. Tuttavia, poiché alcuni si trovano in vasi molto piccoli, possono seccare molto facilmente. Il consiglio che possiamo darvi è scegliere la giusta composizione del terriccio, rinvasare regolarmente e soprattutto fare attenzione che il terriccio non diventi troppo compatto altrimenti la pianta farebbe fatica ad assorbire l’acqua correttamente, permettendole di vivere in piena salute. Un’importante regola per annaffiare correttamente consiste nel controllare con che tempistiche l’albero deve essere bagnato e se annaffiato assicurandosi che il terreno assorba l’acqua correttamente.
Oltre all’annaffiatura e al rinvaso, anche la concimazione è molto importante visto che gli alberi si trovano in piccoli vasi, con scarsa disponibilità di spazio e di nutrimento, devono essere concimati con regolarità per rimanere in salute. Ancora una volta, le quantità e la frequenza delle concimazioni dipendono dalle specie della pianta memtre la marca o il tipo di concime (liquido o solido) non sono così importanti, purché si faccia attenzione a somministrare delle dosi minori rispetto a quelle che le piante normali richiedono.
Infine, collocare una pianta da esterno all’interno (o viceversa) significa ucciderla, perciò vi ricordiamo nuovamente di comprare oppure coltivare un albero che si adatti al luogo in cui lo si vuole collocare, piuttosto che comprare un albero qualsiasi. Le piante subtropicali, per esempio, richiedono molta luce e una temperatura relativamente elevata, possono vivere all’esterno solo se si abita in una zona con un clima abbastanza caldo; questi alberi comunque vivono perfettamente all’interno, come per esempio il Bonsai ficus. Nel caso in cui tu preferisca una pianta da esterno, una scommessa sicura consiste nello scegliere una pianta autoctona. Se dovessero esserci degli inverni particolarmente freddi, sarebbe richiesto una protezione maggiore dal gelo!
La tecnica bonsai applicata alle piante di cannabis
La sfida eterna di un buon coltivatore è quella di cercare di ottenere sempre le migliori cime possibili (clicca qui), sviluppando diverse strategie per ottimizzare le piantagioni di cannabis. Una di queste tecniche è l’applicazione della pratica bonsai che proprio come i classici alberi, permetterebbe di controllare la crescita delle piante tenendole in uno stato di “miniatura”, alte solo pochi centimetri. Questi esemplari forniscono al coltivatore un buon numero di talee, senza occupare spazio o consumare troppe risorse, in più, sono molto facili da creare e da gestire. Le dimensioni di ogni pianta madre saranno compatte, e la cannabis bonsai o la canapa industriale, occuperà molto meno spazio rispetto ad un esemplare madre a grandezza naturale. Se volete coltivare molte piante in un ambiente ristretto, i bonsai vi permetteranno di poter usufruire di maggiore spazio a vostra disposizione. Ad ogni modo, l'utilità di questi esemplari sarà più evidente nelle grandi coltivazioni di cannabis, dove numerose piante madri bonsai potranno fornire un ampio assortimento genetico all'intera piantagione. Creare e conservare piante madri bonsai da cui ricavare cloni è un'ottima soluzione per mantenere la diversità genetica nella piantagione, senza dover usare semi.
Applicazione della tecnica
Per applicare questa tecnica orientale alle piante di cannabis occorre seguire diverse fasi:
Come ogni coltivazione la prima fase coincide con la preparazione del vaso in cui coltivare. Dal momento che state coltivando applicando la tecnica bonsai, dovrete scegliere un recipiente abbastanza piccolo. Per facilitare il training, alcuni coltivatori creano dei fori attorno al perimetro del vaso, a cui agganciare corde e fascette. Fate in modo che i fori siano abbastanza ampi per potervi introdurre le corde, in modo da evitare spiacevoli sorprese al momento di iniziare il training.
Nella seconda fase ci occuperemo di trapiantare la pianta madre nel vaso scelto cercando di far ricadere la scelta su una talea sana e robusta. Quest’ultima può essere prelevata dalla pianta madre varie volte all'anno, quindi è essenziale che l'esemplare primordiale sia in grado di produrre cime di alta qualità. Dopo aver sistemato la talea, che diventerà presto la mamma, dovete inserire un fermo di legno per guidare la crescita del fusto e che potrete usarlo per dirigere il tronco del bonsai nella direzione che più preferite. In questa fase è importante evitare qualsiasi potenziale danno alle radici infilando delicatamente il palo nel terreno, accanto al fusto, per non danneggiare l'apparato radicale. Successivamente, potrete usare le fascette per legare la pianta al palo, ancorandola ai fori precedentemente creati sui bordi del vaso.
Nella terza fase, il training dei rami della pianta, fase in cui è possibile guidare i rami legandoli con i laccetti. Se volete che crescano in modo orizzontale, tirateli con forza verso il basso. Se preferite lasciarli crescere più in verticale, legateli senza stringere troppo. Quando sistemate le corde, lasciate un po' di spazio ai rami, in modo che possano crescere senza eccessive costrizioni.
La quarta fase è quella in cui ci occuperemo di potare i rami man mano che la pianta cresce. I rami devono essere guidati in modo da ottenere la forma e la dimensione di un bonsai classico e mantenere un buon ricircolo d'aria a livello del fusto. È fondamentale tagliare solo le estensioni secondarie, poiché eliminando le diramazioni principali si rischia di compromettere la salute e la crescita complessiva dell'esemplare.
Il ciclo vitale di una pianta madre bonsai è ancora oggetto di acceso dibattito. I cannabis Bonsai vengono tenuti in fase vegetativa per periodi di tempo indefiniti, pertanto possono essere utilizzati fin quando non muoiono. Molti coltivatori esperti hanno notato che i bonsai costituiti da genetiche indiche si deteriorano più rapidamente e sono da sostituire all’incirca ogni 3-4 anni, rispetto ai ceppi sativi che resisterebbero 5-6 anni, ed in fine gli ibridi ogni 4-5 anni. Ad ogni modo, questi tempi sono puramente indicativi poiché tutto dipende dalla varietà e dal tipo di manutenzione che la pianta riceve durante il suo ciclo vitale.
Le genetiche adatte
Ma la domanda allora sorge spontanea, ci sono genetiche maggiormente predisposte a questa tipologia di tecnica? Dato che la genetica varia da pianta in pianta, alcune risulterebbero più adatte ad essere trasformate in piccoli bonsai rispetto ad altre. Tra queste tipologie, sono ideali (e anche più facili da impiantare) quelle di dimensioni ridotte e quindi, per questo genere di coltivazione vi informiamo che:
- Critical Kush (clicca qui): questo ibrido a predominanza indica non gode di grande altezza allo stato naturale, quindi si presta molto bene per la realizzazione della tecnica bonsai. Il suo alto livello di thc, in combinazione con le sue proprietà rilassanti e sedative, lo rendono inoltre un’ottima fonte da cui estrarre cloni di indica.
- White Widow: è un classico strain olandese, diventato in breve tempo una delle varietà più conosciute del pianeta. Questo ibrido produce fiori con livelli di THC superiori al 20%, e offre un equilibrio tra sativa e indica. Questa genetica è particolarmente predisposta ad essere trattata con questa tecnica di coltivazione.
Perchè i grower dovrebbero impiegare questa tecnica?
Il motivo principale per cui i grower prediligono le piante di cannabis in stile bonsai è che, come le piante “normali”, anche quelle bonsai producono un gran numero di talee solo che, a differenza delle piante tradizionali rimangono più piccole, quindi, di conseguenza, occupano meno spazio e richiedendo meno impiego di meno risorse e nutrienti. Se la vostra abitudine è quella di lavorare con poche piante, e lo spazio a disposizione è davvero ridotto, le dimensioni della coltivazione bonsai potrebbe essere la soluzione al vostro problema, perché permette di risparmiare molto spazio. L’utilità di questa tecnica è ancora più evidente nelle grandi serre, in cui le piante madri possono fornire una grande quantità di cloni sufficienti per realizzare un ottimo raccolto. Creare e prendersi cura di diverse piccole piante madri da utilizzare per far nascere centinaia di talee, è un modo eccezionale per mantenere la diversità nelle serre, il tutto senza fare affidamento sull’approvvigionamento continuo di semi. Tanto quanto questa tecnica di coltivazione può rendersi utile per un coltivatore, questa tecnica permette di costituire un binomio perfetto tra natura e design, tra cannabis e design degli ambienti domestici e lavorativi. Il bonsai di cannabis ha un fascino particolare che lo rende un bel fregio d’arredo in un appartamento moderno o in ambienti d’ufficio riuscendo a costruire un’atmosfera di relax in cui portare a termine i tuoi lavori
In ogni caso con questo articolo non vogliamo incoraggiarvi a crescere un bonsai di canapa, a meno che tu non viva in un paese laddove la sua coltura sia consentita dalla legge o che tu non sia un florovivaista. L’articolo ha lo scopo di informare il lettore o l’appassionato sulle informazioni in merito a questa meravigliosa pianta.