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- Written by: Francesco Nicoletta
- Category: Therapeutic cannabis
Come assimilare cannabis senza combustione

Quanti di voi hanno conoscenti che vorrebbero assumere cannabinoidi ma che hanno la minima intenzione di fumare?
Bene! Questo articolo è ciò che fa al caso vostro, o meglio di “vostro cugino”. Ecco a voi qualche indicazione utile.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che assumere cannabis terapeutica attraverso la combustione è il modo più semplice ed immediato di entrare nella giusta dimensione. I cultori della cannabis ormai sono etichettati come “spinelloni”, ma c’è da sapere che gli esperti in salute affermano che fumarla non è né la maniera più efficace né la più salutare per assimilare. I rischi per la salute legati al fumo, sia di tabacco che di qualsiasi altra sostanza, sono ben documentati, ma ciò che molti non sanno è che questi danni derivano in gran parte dall’atto stesso della combustione.
Prodotti alimentari di cannabis e canapa industriale
Il primo metodo che sentiamo di consigliarvi o semplicemente di porre alla vostra attenzione è l’uso alimentare. I prodotti alimentari, infatti, sono tra i più conosciuti e amati. Nei paesi in cui la legalizzazione ha già consolidato le sue radici, possiamo trovare ricette a base di cannabinoidi psicoattivi e ricette a base di derivati della canapa industriale (semi, farina) non psicoattivo ma ricchi di proprietà nutraceutiche utili per l’organismo. Alcune ricette non psicoattive sono a base di farina di semi o di semi di canapa che vengono impiegati prevalentemente per preparare prodotti da forno salati, come biscotti, bruschette e pasta; e prodotti dolci come cookie, panettoni e cioccolata. La farina di canapa è molto stimata dai celiaci, è ricca di vitamine, omega 3 e omega 6 e priva di glutine, ed è sempre consigliabile utilizzarla in una percentuale tra il 10-15 percento accostandola ad altre farine che permettano di amalgamare meglio il preparato. I semi di canapa possono essere utilizzati per ricavare del latte 100% vegetale e ricco degli stessi componenti presenti nel seme, oppure possono essere utilizzati per arricchire gelato, yogurt, insalate e pasta fredda. In commercio in genere ne esistono di due qualità, decorticati o interi, dal quale si può ricavare l’okara di canapa da impiegare in altre ricette.
Dalla spremitura a freddo dei semi si ottiene olio di semi di canapa con ottimi valori nutrizionali. Si ricava dal seme intero, che viene spremuto a freddo ricavando un olio ricco di omega 3 e omega 6, con proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e antiemetiche. È possibile la realizzazione di bevande come la birra, nel quale viene effettuato un processo di lavorazione direttamente sull’infiorescenza e si possono realizzare anche liquori, energy drink, the, caffè e molto altro. Per quanto riguarda l’uso alimentare/orale della Cannabis terapeutica la forma più comune per assimilare i principi attivi è per via sub-linguale. Con l’avanzare delle tecnologie e l’esercizio di alcune ricerche, il processo di estrazione dei cannabinoidi è stato migliorato. Nel mercato attualmente esistono diverse tipologie di olio. Alcuni sono stati introdotti nel mercato con la funzione di complementi alimentari, mescolando con il giusto dosaggio, i principi estratti dalla cannabis con olio di oliva, girasole o nello stesso olio di semi di canapa. Se l’utilizzo che dovete fare degli edible non è quello terapeutico ma quello ricreativo, vi consigliamo di creare un bel burro per preparare dolci. (clicca qui). Chiunque abbia già visitato un dispensario o un coffeeshop avrà una certa familiarità con gli edibili. Che li stiate acquistando o preparando voi stessi, il divertimento è assicurato. Tutti hanno già visto un brownie alla cannabis, ma probabilmente non sapete che ci sono molti altri modi di preparare un edibile. Dalle caramelle alla cannabis al gelato arricchito con THC, l’unico limite è la vostra immaginazione.
Le tinture di cannabis
Le tinture sono estratti liquidi di cannabis, combinati spesso con alcool, da assumere per via sublinguale. A differenza di oli e gli edible, entrano in circolo con grande rapidità, anche per questo vengono molto utilizzati per fini terapeutici. I principi attivi vengono assorbiti molto in fretta perché, anziché depositarsi nel tratto gastrointestinale, entrano subito nel circolo sanguigno. Fino a qualche anno fa, le tinture erano uno dei metodi più comuni per assumere cannabis ma nel corso dei decenni hanno perso terreno, soprattutto quando le nuove tecniche per fumare, gli edibili ed infine i concentrati di alto livello sono venuti alla ribalta. Tuttavia, potreste aver notato che le tinture di cannabis stanno tornando in auge. Questi semplici concentrati sono un modo semplice per assumere di giorno la propria dose di cannabis. Essi sono facili da usare e queste possono essere prese usando un contagocce. Possono essere applicate semplicemente attraverso qualche goccia sotto la lingua, altrimenti, potete aggiungere la tintura direttamente su cibi e bevande. In genere i flaconi con i contagocce permettono un dosaggio preciso, che verrà determinato da ogni medico che vi prescriverà l’utilizzo di prodotti derivati dalla cannabis. In fine sono caratterizzati da una lunga conservazione ammesso che si rispetti le regole di conservazione: conservare per lunghi periodi di tempo in luoghi freschi e bui. La diluizione con l’olio è indispensabile poiché i principi attivi sono liposolubili e si legano ai grassi. I principi attivi costituiscono effetti terapeutici molto potenti per attenuare numerose patologie come l’epilessia o il dolore cronico. Per l’assunzione orale di olio di cannabis terapeutica si può decidere se acquistare un prodotto con il concentrato isolato, sia esso di cbd o thc, oppure un olio che derivi da un’estrazione mista o ancora full spectrum, che sarà sempre responsabilità del medico determinarne le posologie. Con le tecniche di estrazione per l’uso orale, si può preservare l’integrità dei terpeni e degli altri componenti.
La vaporizzazione
Il secondo metodo che vi consigliamo per l’ambito terapeutico è la vaporizzazione. (clicca qui) È uno dei metodi più cari in termini di consumo tra strumento e materia prima, però i grazie ai vaporizzatori abbiamo la possibilità di inalare e assimilare i principi attivi nella maniera più salutare possibile. I vaporizzatori sono dei dispositivi, portatili o da tavolo, costituiti da una camera di vaporizzazione in cui inserire la cannabis terapeutica e un beccuccio da cui inalare. Il vaporizzatore per erba è uno strumento per inalare il vapore creato dal riscaldamento dell’erba essiccata. In pratica la nostra erba viene portata alla temperatura che coincide con il punto di evaporazione del principio attivo desiderato, senza raggiungere la temperatura di combustione. Infatti, lo scopo del vaporizzatore è di eliminare i residui della combustione dal processo e consentire all’erba di sprigionare il vapore ricco di principio attivo e di conseguenza di inalarlo.
Con il vaporizzatore, l’erba non verrà mai bruciata, a differenza dei metodi tradizionali che prevedono la combustione delle sostanze. Esistono due diverse modalità di vaporizzazione: una a conduzione una a convezione. La differenza tra i due metodi di vaporizzazione sta nell’elemento riscaldante e la sua posizione. Con il metodo a conduzione l’elemento riscaldante è a contatto con l’erba, mentre quello a convezione no, quindi la vaporizzazione avviene in maniera indiretta. (clicca qui) In questo caso l’erba viene vaporizzata attraverso l’aria calda creata da uno scomparto separato che crea una corrente che investe il contenuto della camera di vaporizzazione dal basso verso l’alto, fino ad ottenere la quantità di vapore desiderata. Il metodo a conduzione ci permette di riscaldare l’erba molto velocemente e di solito i vaporizzatori che lo utilizzano sono anche più economici rispetto ai modelli a convezione. Però esiste il rischio che l’erba raggiunga una temperatura vicina a quella di combustione perdendo parte dei vantaggi che derivano dalla vaporizzazione vera e propria.
Nei modelli a convezione, invece, è possibile raggiungere la vaporizzazione dell’erba senza contatto e in questo modo gustarla senza bruciarla. Un’altra conseguenza è che la convezione crea un vapore più piacevole e dal sapore meno forte rispetto alla conduzione. Rispetto quello a conduzione, quello a convezione ha tempi di riscaldamento maggiori. L’infiorescenza di cannabis si scalda a una temperatura inferiore rispetto a quella di combustione, il THC evaporerà tra i 150° e i 170° mentre il cbd evaporerà tra i 180° e i 200°. La temperatura è la variabile più importante nel processo di vaporizzazione, comporta l’evaporazione dei cannabinoidi contenuti nelle erbe senza bruciarli. Affinché la vaporizzazione sia possibile, essa deve essere rigorosamente controllata deve essere sufficientemente alta per evaporare i cannabinoidi e allo stesso tempo non possiamo superare la temperatura dopo la quale il materiale potrebbe bruciarsi. Tuttavia, ci vogliono alcuni gradi in più del prestabilito per rilasciare la quantità necessaria di cannabinoidi, quest’ultima dovrebbe essere almeno di 175° C. All’altro polo abbiamo una temperatura di 230° C, dopo averla superata, l’erba potrebbe iniziare a bruciare. Sebbene in teoria la vaporizzazione sia possibile nell’intervallo di 157-230 ° C, in pratica durante la vaporizzazione le temperature che vengono utilizzata vanno dai 175 ai 230° C. Il vantaggio principale della vaporizzazione è che non altera i componenti e il gusto della cannabis. Il metodo di combustione estrae fino al 20% dei componenti della cannabis mentre nel caso della vaporizzazione, si ha la possibilità di estrare fino al 90%. Anche nel ricreativo è un metodo che sta avendo molto successo perché permette di eludere gli effetti collaterali della combustione, inevitabili quando fumiamo. I vaporizzatori permettono di volta in volta di raggiungere la temperatura ideale per assimilare i principi attivi desiderati e ottenere quindi l’effetto voluto.
Uso topico
Creme, pomate e unguenti i distinguono in due macrocategorie: i prodotti per uso cosmetico, che utilizzano, tra le altre cose, le proprietà dell’olio di semi di canapa, e i prodotti ad azione più mirata, che impiegano direttamente i principi attivi della sostanza.
Nel primo caso li prodotto è realizzato usando l’olio di canapa spremuto a freddo, integrato in vari prodotti cosmetici come crema per viso, creme per le mani, latte corpo, latte solare per i bambini, saponette artigianali. Attraverso questa preparazione vengono sfruttate le proprietà idratanti e lenitive dell’olio di canapa che risulta particolarmente adatto anche per dermatiti, psoriasi e altri disturbi della pelle. Questa tipologia di prodotto non ha nessun’effetto di High ma contengono diversi composti della cannabis che si interfacciano con il sistema endocannabinoide della pelle. Di conseguenza, i prodotti alla cannabis per la cura della pelle sono diventati molto ricercati. In italia, questi prodotti di cosmetica sono realizzati con estratti di CBD (cannabidiolo), che ha proprietà bio-rilassanti, analgesiche, antinfiammatorie, antidepressive e anticonvulsive. L’assunzione di CBD può avvenire in tanti modi: tramite capsula, olio, chewing-gum, supposte, cristalli, creme, liquidi per sigaretta elettronica. L’effetto benefico, come accennato nell’articolo precedente, può essere potenziato anche dall’assunzione di terpeni (biomolecole, come il limonene, che si trovano all'interno dei tricomi dei fiori di Cannabis, ai quali danno sapore e aroma), che combinati ai principi attivi creano una risposta più attiva sul nostro organismo: il cosiddetto effetto entourage. Questi prodotti per uso topico sono consigliati perché 100% naturali. In questo modo, starete ottenendo il meglio dalla pianta senza sostanze chimiche o sottoprodotti aggressivi. Esso apporta benefici per la pelle, questa è una caratteristica di tutti i prodotti per la cura della pelle a base di cannabis, motivo per la quale stanno diventando sempre più popolari, ce ne accorgiamo anche dalla pubblicità di grandi aziende multinazionali che stanno realizzando prodotti a base di derivati della cannabis, come per esempio l’oreal, Vidal, Diego della palma, dopo aver usato questi prodotti, molti utenti segnalano che la loro pelle è molto più liscia ed idratata.
Supposte alla cannabis
Non sarà uno dei metodi d’assunzione più piacevole, ma la somministrazione di supposte è un metodo ampiamente collaudato e testato per assumere droghe, compresa la cannabis. Prodursi da soli delle supposte alla cannabis è estremamente semplice. Prendete delle capsule lunghe circa 2cm, riempitele di olio di cocco alla cannabis e lasciate rapprendere il contenuto. I vantaggi sono l’efficienza, poiché si ritiene che le supposte abbiano circa il doppio della biodisponibilità di THC consumato per via orale. Non producono l’effetto High e l’uso delle supposte è più olistico che ricreativo. Di conseguenza, coloro che cercano di trarre benefici dalla cannabis senza dover fare i conti con gli effetti psicotropi sceglieranno questo metodo. Nonostante penetri quasi immediatamente nel flusso sanguigno, non raggiungerà i recettori dei cannabinoidi presenti nel cervello e, pertanto, non causerà alcun effetto psicoattivo.
Fonti