- Details
- Written by: Francesco Nicoletta
- Category: Cannabis culture
Quanto resiste il THC nel sangue?

Il peggior incubo di ogni consumatore di cannabis è quello di ritrovarsi in situazioni, di salute, di sinistro stradale o di lavoro, in cui viene richiesto il test delle urine o del capello.
Vi starete chiedendo, dunque, fino a quando il tetraidrocannabinolo possa essere riscontrato nel vostro organismo. Cercheremo di chiarivi ogni dubbio in proposito.
Il THC come già detto e ribadito (leggi qui) è il principio principe della pianta della canapa e rappresenta la sostanza psicoattiva di origine naturale più utilizzata al mondo. Gli effetti euforizzanti o offuscanti (dipende) della cannabis compaiono molto rapidamente in caso di assunzione e durano all’incirca fino ad un ora e mezza. Il principio attivo è presente in natura nella pianta di canapa, nelle sue tre diverse specie (indica, sativa, ruderalis [leggi qui]) in concentrazioni più o meno elevate. Si accumula maggiormente nelle infiorescenze, utilizzate poi per differenti scopi: quelli ricreativi con genetiche orientate alla produzione di thc; oppure per scopi terapeutici con genetiche miste orientate alla produzione di fiori con prevalenza di thc e/o cbd.
Tuttavia, essendo un principio liposolubile, viene immaginato in ogni centimetro quadro del nostro organismo, questo ne comporta una maggiore difficoltà nell’espulsione e ne prolunga la sua permanenza negli strati lipidici fino a qualche mese. Non è possibile fornire una risposta semplice ed univoca su quanto rimane l’erba nel sangue o sui tempi di smaltimento delle sostanze stupefacenti nelle urine. In questo caso entrano in gioco differenti fattori da considerare, per esempio la quantità e la qualità di cannabis consumata, piccole concentrazioni di THC potrebbero durare poco tempo nel sangue, se invece si tratta di consumatori abituali o concentrazioni di THC maggiori, la permanenza nel sangue potrebbe prolungarsi. La sua composizione naturale e la presenza del sistema endocannabinoide del nostro organismo, quindi la conseguente predisposizione alla presenza di cannabinoidi, non permette al sistema immunitario di rilevarlo come una sostanza minacciosa che necessita di essere espulsa immediatamente, cosa che avviene in caso di consumo di sostanze come cocaina ed eroina espulse nel giro di pochi giorni. La molecola viene scomposta dal fegato che la trasforma di metaboliti, ovvero il residuo della sostanza che non possiede più alcun principio attivo), chiamato THC-COOH, che sono poi i responsabili degli esiti dei test anti-droga. La presenza del metabolita indica che il consumo di cannabis è stato effettuato in precedenza, se invece viene riscontrato proprio il THC, significa che il consumo è stato subito precedente alle analisi.
Ma allora come smaltire il THC?
Il test per il THC è utile per l’autovalutazione della presenza di metaboliti del tetraidrocannabinolo all’interno delle urine. Lo strumento si può acquistate in farmacia ed è caratterizzato da un riscontro estremamente rapido e dalla semplicità di impiego. Il kit è in grado di fornire dati analitici preliminari che tuttavia, in caso di positività al principio attivo, richiedono conferma e approfondimenti mediante metodologie più accurate. Tra queste la via preferenziale la occupano la gas cromatografia e la spettrometria di massa (GC/MS). Utilizzare un test THC rapido acquistato in farmacia, può rappresentare una valida soluzione per autovalutare la presenza di sostanze stupefacenti in vista ad esempio di un successivo esame ufficiale sul posto di lavoro: un notevole vantaggio quindi per poter correre ai ripari per tempo, cercando di smaltire rapidamente l’eventuale concentrazione di THC nel sangue. Il risultato del test è generalmente molto rapido: sono infatti sufficienti circa 5/10 minuti dal contatto con l’urina per ottenere un riscontro di facile interpretazione. Trascorso il tempo necessario, come indicato nelle istruzioni, nella finestra presente sul piccolo dispositivo, comparirà una linea di controllo, a conferma che lo stesso è stato eseguito in modo corretto. La successiva comparsa di una seconda linea da debole a più marcata è sinonimo di assenza di metaboliti della sostanza stupefacente nell’organismo, mentre in caso di positività non compare alcuna linea.
Le modalità d’uso possono variare a seconda della tipologia di test effettuato: ogni marchio propone dispositivi differenti ed è per questo fondamentale leggere sempre con attenzione le indicazioni riportate nel foglietto illustrativo in dotazione, lo stesso che è ovviamente munito di una sorta di legenda che permette di definire con chiarezza il risultato ottenuto.
Tali test sono altamente affidabili e analizzano la presenza di THC e relativi metaboliti. Tuttavia, è opportuno ricordare che questa tipologia di test, costituisce comunque un semplice risultato preliminare, il che implica che per ottenere un risultato analitico e concreto, sarà comunque necessario effettuare analisi successive più accurate per conferma.
Esistono di fatto alcuni fattori che possono comunque compromettere l’efficacia e l’attendibilità del drug test:
- Campioni di urina alterati possono compromettere il risultato del test;
- È inoltre possibile incombere in errori tecnici o procedurali, così come la presenza di eventuali agenti che in qualche modo interferiscano con il campione di urine quali ad esempio la temperatura di conservazione della stessa, comportino risultati errati;
- Il risultato del test tende a non fare distinzione tra sostanze stupefacenti ed eventuali principi attivi presenti in alcuni medicinali;
- Anche alcuni alimenti, così come molti integratori possono determinare risultati positivi.
Dunque, andateci cauti, per l’ultima parola occorre necessariamente effettuare una sorta di “controprova” sfruttando strumenti analitici convenzionali quali le comuni analisi del sangue o del capello in grado di rivelare eventuali tracce di sostanze stupefacenti, anche se presenti in minime concentrazioni.
I Test Salivari
I test salivari controllano direttamente la presenza di THC nel cavo orale. Dopo aver fumato, il THC rimane in bocca per un po’ di tempo, il che significa che se fumate poco prima di un test antidroga, potete incorrere in problemi. Questa tipologia di test viene impiegato raramente e nei controlli stradali. Una volta trascorse 24 ore il THC non sarà più rilevabile nella vostra saliva ed è quindi quasi impossibile che il test possa risultare positivo.
Test del Capello
con questo test vengono analizzati i follicoli capillari all’interno dei quali le tracce di THC possono restare per diversi mesi perché entrano in profondità del bulbo capillare. Solitamente viene utilizzato un campione di capelli di circa tre centimetri e mezzo, in modo, che nonostante la crescita mensile dei capelli, le tracce di THC possano essere rintracciate anche se assunto tre mesi prima. Questo test antidroga è in grado di rilevare livelli di THC fino a 90 giorni prima del giorno di esecuzione del test. È il test preferito dei datori di lavoro, usato soprattutto nei lavori statali (polizia, ferrovie, etc) ma anche tra piloti, autisti di mezzi e naturalmente sportivi.
Per quanto riguarda la cannabis light?
L’università della Sapienza di Roma ha condotto uno studio in proposito, molto dipende dalle abitudini di consumo e dalla velocità del metabolismo. Nella cannabis legale il tasso di THC è molto basso, quindi se foste consumatori occasionali, potresti ottenere un risultato negativo anche a poche ore dall'assunzione. I drug-test effettuati sui consumatori abituali, come precedentemente detto, restituiscono invece risultati ben diversi. In alcuni casi, le analisi delle urine per il THC risultano negative in tempi molto brevi, in altri, invece, i test risultano positivi anche dopo qualche tempo. Questo perché se è vero che l'organismo è in grado di espellere quantità moderate di THC, è pur vero che il nostro corpo tende ad accumulare i cannabinoidi, pertanto in caso di uso abituale di cannabis light, potresti ritrovarti con un test positivo fra le mani.
Ma le analisi delle urine, sebbene siano il modo più comune per verificare se hai assunto THC, non sono l'unica strada percorribile da forze dell'ordine, ASL e datori di lavoro.
Se questo primo test dovesse risultare positivo, potrebbero infatti chiederti di sottoporti a un secondo controllo, ovvero le analisi del sangue. Con questo metodo, potranno accertare soprattutto se hai fatto uso di cannabis in tempi recenti o se, peggio, sei ancora sotto l'effetto di stupefacenti: questo test, infatti, cercherà direttamente la presenza di tetraidrocannabinolo. Ma se sei un consumatore abituale, il test antidroga che deve preoccuparti maggiormente è l'analisi del capello per THC. In questo caso, infatti, il test sarà in grado di rivelare l'uso di cannabis anche se l'ultima volta che hai fumato risale a tre mesi prima. Al contrario, invece siete fumatori sporadici, sarà molto difficile che possano trovare tracce di THC sul follicolo pilifero. Ancora più difficile che possano trovarne, se si consuma cannabis light in modo discontinuo.
Per quanto riguarda l'analisi THC sulla saliva, invece, questa ti metterà nei guai solo se hai fumato cannabis light nelle ore immediatamente precedenti al test: superata l'ora, infatti, sarà praticamente impossibile che le analisi possano trovare tracce di tetraidrocannabinolo. Tirando le somme si può sostenere che, mentre fumando cannabis tradizionale, soprattutto se in modo continuativo, le possibilità di risultare positivo ad un controllo antidroga sono abbastanza alte, nel caso della cannabis light, grazie al suo risibile tasso di THC, hai più possibilità di cavartela. Nonostante tutto però, trattandosi sempre di tetraidrocannabinolo, la cannabis light è comunque rintracciabile, sappi che se hai intenzione di godere dei suoi effetti benefici, corri relativamente pochi rischi. E conoscendo con esattezza i tempi in cui quella minima parte di THC è rintracciabile dai test antidroga, potrai sicuramente organizzarti al meglio, per continuare a beneficiare delle proprietà del CBD, senza rischiare nulla.
Vi alleghiamo una tabella dei tempi medi di smaltimento delle sostanze:
2-4 giorni Anfetamine
1 giorno Short-Acting (cioè secobarbital)
2-3 settimane Long-Acting (cioè phenobarbital)
3-7 giorni Benzodiazepines
3-30 giorni Cannabinoids
2-4 Giorni Clenbuterol [PE]
2-4 giorni Cocaina
2-5 giorni Codeine
1-4 giorni LSD
3-5 giorni Metadone
14 giorni Methaqualone
2-4 giorni Sonniferi
10-20 giorni Phenobarbital
6 ore – 2 giorni Propoxyphene
14 giorni – 1 mese Steroidi
Ricordiamo che i tempi di scoperta variano a seconda del metodo analitico utilizzato, del metabolismo, della tolleranza, dell’assorbimento di liquidi, il metodo e la frequenza di consumo. Queste sono solo direttive generali. Inoltre, i laboratori sono ormai a conoscenza della possibile falsificazione dei test dell’urina, perciò, fanno spesso prove per scoprire se il campione è legittimo. • colore: Se un campione di urina sembra troppo chiaro, il laboratorio sospetterà che sia stato allungato con acqua. È possibile che essi non lo descrivano come positivo, ma essi possono rifiutare il campione e informare chi ha richiesto il test del tuo tentativo di falsificare la prova.
- temperatura: L’urina dovrebbe essere tra 32 e 36 gradi. I laboratori controllano la temperatura per prevenire l’aggiunta di acqua e la sostituzione dei campioni con campioni puliti.
- Creatina: è una sostanza prodotta da vertebrati e è presente nell’urina. I Laboratori cercano la creatina per verificare che l’urina non venga sostituita con qualcosa diverso. Mangiare cibi ricchi di carne rossa aumenterà i livelli di creatina.
- pH: il PH cambia facilmente quando la gente trucca il loro campione con prodotti di fatti in casa. Utilizza cautela nel truccare l’urina, il pH è di solito testato.
- Peso Specifico: un Peso Specifico insolito indica che un campione è stato manomesso.
Fonti