foto che dimostra un diagramma per le genetiche

Avrai mai avuto il dubbio quale genetica scegliere? E soprattutto in base a quale criterio scegliere il tuo strain?

Il colore, la resa, la dimensione, sono tutte caratteristiche influenzate dalla genetica della pianta.


La disponibilità di genetiche sul mercato della cannabis non è mai stata così variegata, ma quelle che conosciamo noi oggi sono il risultato di vecchie generazioni di piante che hanno attraversato un lungo percorso evolutivo. Sono completamente differenti tra loro poiché differente è la genetica che ne comporta determinate caratteristiche e proprietà organolettiche. Dalla combinazione dei geni dipendono anche caratteristiche quali contenuto di principio attivo prodotto dal vegetale, profilo terpenico e resa. Prima di ottenere fiori croccanti e compatti negli anni ’60 e ’70 il mercato della cannabis era ancora agli albori rispetto al ricco assortimento di semi che conosciamo oggi.

Attualmente disponiamo di semi autofiorenti, fotoperiodici e genetiche CBD. Amsterdam è stata un centro europeo per la cannabis sin da quando i primi mercanti cominciarono a riportarla da destinazioni tropicali esotiche. La città è stata un porto importante per secoli e la cannabis fu un prodotto condiviso e scambiato tra marinai, nonostante la consapevolezza delle autorità olandesi. Nel 1953 fu criminalizzata in Olanda, ma iniziò a diffondersi come uso popolare dopo il proibizionismo globale nella seconda metà del 1900.

Negli anni '60 e '70, il movimento hippy segnarono il vero inizio dell'uso diffuso della cannabis nell'Europa moderna e Amsterdam mantenne la sua posizione al centro del mondo europeo della cannabis per tutta la seconda metà del 1900. L’utilizzo e il possesso di quantità personali di cannabis sono stati organizzati attraverso il sistema dei coffee shop. Le navi mercantili che avevano come destinazione Amsterdam continuarono a introdurre cannabis che riforniva la maggior parte dei primi coffee shop.

Queste navi provenivano da tutti gli angoli del mondo, spesso con la cannabis nascosta a bordo. Le genetiche introdotte provenivano maggiormente dall'Africa, le Filippine, l'India, la Tailandia, l'America Centrale e del Sud. Per i primi breeders olandesi degli anni '60 e '70 questo fu un periodo fiorente. I semi di cannabis provenienti da ogni angolo della terra venivano comodamente consegnati direttamente nella propria città. I pionieri le hanno usate per i loro primi esperimenti di riproduzione. Negli anni bui del proibizionismo made in Usa, non era per niente facile il lavoro dei breeder poiché il mercato comportava ovvi rischi. La cannabis divenne rapidamente molto popolare e proprio come in America, furono approvate leggi per reprimere l'interesse e impedire il consumo della sostanza. Negli anni '50 e '60 le culture della Beat generation e Hippy iniziarono a diffondere l’utilizzo ricreativo della cannabis così la costa occidentale americana fu terreno fertile per cannabis divenendo uno dei principali centri di coltivazione.

La figura del breeder

Nelle nazioni in cui la cannabis è legale, il breeder è quella figura professionale che si occupa di creare varietà di cannabis ricercando caratteristiche speciali o comunque migliori e diverse di quelle già disponibili sul mercato. Nel settore della cannabis, i parametri che determinano quali tratti conviene rafforzare sono molto soggettivi, dato che dipendono da fattori quali la domanda di mercato o la redditività economica del processo di produzione. Le varietà che ritroviamo nel mercato oggi sono ricombinazioni genetiche di altre varietà create dai breeder tramite processi di selezione e allevamento. Le caratteristiche tipiche del ruolo sono innanzitutto la pazienza poiché i progressi si possono osservare solo nel lungo temine e quindi comportano un percorso di allevamento e selezione che può protrarsi per anni, senza contare che può capitare che dopo anni di lavoro, il risultato sperato non è prettamente quello che si è ottenuto. Proprio per questo bisogna essere in grado di individuare i tratti sul il quale si vorrebbe lavorare. Il breeder deve avere capacità di avvalersi dei propri sensi per valutare le caratteristiche delle piante e decidere quali individui eliminare. La vista, l'olfatto e addirittura il tatto rivestono quindi un ruolo fondamentale.

Per creare una nuova varietà di cannabis, quindi, è necessario essere provvisti di una pianta maschio di una varietà di cannabis per impollinare una pianta femmina di una diversa varietà. Una volta impollinata, la pianta femmina produrrà semi che contengono sia i geni sia della pianta maschio, sia di quella femmina e quei semi, raccolti e coltivati separatamente, produrranno una varietà ibrida. Quando il breeder seleziona due varietà, la pianta maschio e diverse piante femmina vengono messe in una camera di coltura per contenere il polline in cui una singola pianta maschio può impollinare più femmine. Una volta nella camera di coltura, le piante cresceranno in un periodo di alcune settimane, generalmente con un piano di illuminazione di 12 ore di luce e 12 ore di buio.

La pianta maschio, una volta matura, svilupperà sacche contenenti polline entro le prime due settimane dalla sua fase di fioritura. Il polline verrà poi rilasciato e si muoverà nell’aria e impollinerà le piante femmina. Avere una camera di coltura chiusa è importante per contenere il polline, oltre che per impedire l’ingresso di polline esterno. Le piante femmina continueranno a crescere e fiorire. I semi che produrranno esprimeranno la genetica sia della pianta maschio, sia di quella femmina. Questi semi, una volta maturi, vengono raccolti e stratificati (o essiccati) ovvero un processo nel quale si raffreddano e si riscaldano i semi, imitando le fluttuazioni di temperatura che questi subirebbero in natura. Una volta stratificati poi, i semi diventeranno un ibrido dei due “genitori”.

Potranno quindi essere coltivati separatamente e fuori dell’ambiente nel quale sono stati riprodotti. La varietà ibrida ha attributi diversi da quelle genitrici, in quanto, ogni seme creato da un ciclo di impollinazione incrociato avrà attributi diversi dai “genitori”. Ogni seme di cannabis è unico ed esprimerà tratti diversi e diverse combinazioni di tratti da una o da entrambe le varietà. Questi semi quindi, sono chiamati fenotipi, cioè sono semi influenzati dalla genetica e dall’ambiente nel quale sono stati riprodotti.

Indica, sativa, ruderalis

Sativa, Indica e ruderalis sono i termini scientifici con cui si classificano le differenti genetiche della pianta di cannabis. Nonostante facciano parte della stessa famiglia, ciascuna presenta caratteristiche genetiche proprie:

  • La Cannabis sativa (clicca qui) è una pianta che può raggiungere l’altezza di oltre due metri, slanciata, con foglie a punta sottili, che vegeta in ambienti caldi equatoriali come il Sudafrica, la Thailandia, lo Sri Lanka, l'America centro-meridionale. In natura tende ad avere maggiori concentrazioni di Thc rispetto al Cbd ed è capace di generare effetti cerebrali, stimolanti, aumentando tendenzialmente la creatività del soggetto.
  • La cannabis indica (clicca qui) è invece la variante che si adatta meglio in ambienti rigidi come l'Himalaya, l'Afghanistan, il Pakistan ed è caratterizzata da un forma più tozza, a cespuglio, con foglie larghe adatte ad ottimizzare le poche ore di luce solare. Genera tendenzialmente effetti di rilassatezza muscolare, calmante e aiuta a conciliare il sonno.
  • La Cannabis ruderalis, (clicca qui) a differenza delle genetiche indica e sativa, è una variante adattata ai lunghi e rigidi inverni russi e del nord della Cina, non dipendente dal fotoperiodo, e quindi, al contrario delle concorrenti, è in grado di crescere e andare in fioritura nonostante lo scarso numero di ore di luce giornaliere.

La ruderalis, originariamente povera di principio attivo, ha ottenuto successo nell'ambito della produzione di cannabis perché, incrociata appropriatamente con piante di indica e di sativa, è in grado di generare ibridi autofiorenti, che conservano le proprietà psicotrope di una linea genetica e acquisiscono le proprietà autofiorenti e di fioritura precoce tipiche della ruderalis, che la rende molto apprezzata nell'ottica della coltivazione indoor. Tutte le varietà di cannabis possono essere incrociate fra loro e generare semi che daranno vita a nuovi ibridi fertili da inserire nel mercato chiamate ibride F1.
Questi incroci sono caratterizzati da percentuali variabili fra indica e sativa, il che fa sì che si possano creare ulteriori genetiche ibride fra le nuove sottospecie stabili, aprendo la possibilità a un enorme numero di combinazioni differenti. Ibridare due piante di varietà differenti e riuscire a stabilizzarne a stabilizzarne una nuova significa che i caratteri dominanti e recessivi si mantengono inalterati ai discendenti se l'esemplare è accoppiato con uno della medesima varietà, consente di selezionare le caratteristiche preferite e dar luogo a innumerevoli varianti, diversissime per aspetto, proprietà.

Nei Paesi Bassi, dove l'industria della cannabis è in qualche misura tollerata, trovano terreno fertile un elevato numero di aziende che producono e vendono semi. Ricordiamo che i semi di cannabis venduti per collezionisti, come quelli Zoe’s seeds, per esempio, sono legali anche in Italia in quanto non contenenti Thc. Numerose varietà costellano l’universo della cannabis, ognuna con le proprie caratteristiche specifiche e il proprio corredo genetico. Sono presenti in natura varietà 100% indica o 100% sativa come la cannabis indiana e le varietà afghane (piante di indica). La cannabis più pregiata è quella sprovvista di semi (in spagna prende il nome di sinsemilla) in quanto non viene fatta impollinare dal fiore maschile. La produzione di semi sembra che privi la pianta di energie e nutrienti necessari ai fini del raccolto, affinché si possa creare un maggiore quantitativo di resina. La cannabis comune che si trova in genere sul mercato nero è invece un'erba povera in THC e contenente di solito semi, coltivata senza cure botaniche particolari e senza tecniche di concia e conservazione appropriati, poiché lo scopo è quella di destinarla al narcotraffico e quindi di essere messa in commercio il prima possibile.

La cannabis ruderalis

Fu scoperta per la prima volta nel 1924 da un botanico russo, ma pare che siano state trovate tracce nell'Europa centrale/orientale e dalla Russia, che dal Nord America, Canada e Stati Uniti, è conosciuta per le sue ridotte dimensioni e per la sua fioritura accelerata, anche se alcune varietà è stato dimostrato che possono superare i 180cm e di richiedere oltre 20 settimane per la fioritura.

A differenza dei ceppi di indica e sativa, i semi di cannabis autofiorenti giungono a fioritura in completa autonomia dopo 17, 24 giorni dalla nascita, indipendentemente dal fotoperiodo. Questa proprietà è presente nella cannabis ruderalis che cresce spontanea nell’est dell’Ungheria, Romania e Russia, ma questa non ha percentuali di Thc alte. Visto le conseguenti dimensioni, è più facile che possa essere nascosta da occhi indiscreti e grazie agli incroci con questa tipologia di genetica si è aperto un nuovo mercato, quello delle autofiorenti. Esse sono ideali per i principianti perché non richiede alcuna conoscenza specifica, può essere cresciuta ovunque: nel giardino, in terrazzo o negli spazi indoor predisposti.

Anche i breeder europei hanno incrociato la ruderalis con tutte le loro super indiche di repertorio per migliorarne la resa e renderle ancora più interessanti dal punto di vista commerciale. I breeder di cannabis iniziarono a realizzare i primi esperimenti con gli ibridi ruderalis negli anni '70. Tra questi breeder ricordiamo Neville Schoenmaker, il fondatore della 'The Seed Bank'. Insieme ad altri breeder lottarono per anni per creare un ibrido stabile ed affidabile, composto da questa nuova specie incrociata con ceppi di indica o sativa. Nei primi anni 2000 entrò in commercio la lowryder prima varietà di autofiorente venduta su larga scala ibridata da Joint doctor. Essa è un particolare ibrido la cui storia è ancora avvolta nel mistero. Alcuni affermano che si tratta di una varietà ibridata per 9 intere generazioni, il che le avrebbe consentito di stabilizzare la sua natura ruderalis. Le caratteristiche della Lowryder sono le dimensioni che non superano i 40cm d'altezza ed è pronta per essere raccolta in 6-7 settimane. Provoca effetti psicoattivi molto leggeri e tende a resistere piuttosto bene alle condizioni ambientali più avverse. Dopo l’esordio sul mercato, che non mancò di critiche riguardanti l’High e la qualità della pianta, le cose cambiarono radicalmente con il lancio della Lowryder2, di qualità nettamente superiore. Oggi, le varietà di cannabis autofiorenti hanno generato un mercato molto florido e gli esperti breeder delle più prestigiose seedbank usano ancora la genetica ruderalis per creare versioni autofiorenti di vecchi classici fotoperiodici. Questa tendenza ha aperto la strada a diverse opportunità per i coltivatori, consentendo loro di coltivare cannabis di ottima qualità in spazi limitati, per brevi periodi di tempo e in condizioni che in passato sembravano impossibili. Le nuove autofiorenti sono anche indicate per i coltivatori inesperti alla ricerca di piante di cannabis facili da coltivare, senza dover più modificare il fotoperiodo o investire in costose apparecchiature d'illuminazione.

Fonti

Wikipedia

Beleaf

Politicheantidroga

edagricole

coltivazione biologica 

dolcevita

weedworld

Zoe's seeds

Foglie d'erba

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