Strumenti e piante medicinali tipici dell'erboristeria

Vi siete mai chiesti se esistono altre piante capaci di aiutare il nostro organismo a contrastare malattie e disturbi di lieve entità? Mai come in questo periodo storico si sente parlare di farmaci e cure per disturbi della salute.

Abbiamo già accennato alle capacità terapeutiche della cannabis, ma c’è da considerare che un tempo non era l’unica pianta utilizzata per curare i disturbi e malati dei pazienti.

Uno sguardo storico

All’origine l'atto terapeutico era essenzialmente autoreferenziale, ovvero, il soggetto ferito o malato ricercava il rimedio allontanandosi dal gruppo o, come riportato nell’Antica Bibbia, il soggetto veniva estromesso dalla tribù se contagiato da alcune malattie. Lo sviluppo della complessità del sistema comunitario implicò la definizione dei ruoli sociali, delle gerarchie corrispondenti e delle figure preposte al loro mantenimento ed, ad ogni individuo era assicurata la sopravvivenza in funzione di un ruolo specifico. Individui con le appropriate caratteristiche si assunsero il compito di provvedere al mantenimento del tenore sanitario della comunità e abbiamo riferimenti di medicina risalente al periodo egizio esattamente nella prima epoca monarchica (2700 a. C.), riferimenti di medicina mesopotamica, la cui principale testimonianza la troviamo nel Codice di Hammurabi (circa 1772 a.C.) nel quale riportava, in tredici articoli, le responsabilità del medico nell'esercizio della sua professione.

La più nota è la medicina tradizionale cinese che emerge come un modo particolare di intendere la medicina ed il corpo umano, in equilibrio instabile frutto di due forze primordiali il Yin (la terra, il freddo, il femminile) e lo Yang (il calore, il caldo, il maschile), capace di modificare i cinque elementi naturali di cui è composto l'universo: acqua, terra, fuoco, legno e metallo, questo modello di malattia è dunque basato sulla rottura dell'equilibrio da queste due forze. Curarsi con le erbe medicinali dalle numerose proprietà: tonificanti, drenanti, depurative, defatiganti, antiinfiammatorie, è una delle attività che l’uomo pratica da millenni, avendo imparato a riconoscerne le virtù terapeutiche, oltre che cosmetiche e culinarie. Nel corso dei secoli sono così state selezionate e descritte tutte quelle piante officinali che potevano avere un'efficacia nel curare o nel prevenire alcune malattie. Esse curano in maniera sinergica e quando si assume un estratto o un derivato di una pianta, non si usufruisce dell’effetto di un unico principio attivo, come nel caso delle medicine tradizionali, ma ci si avvale dell’azione sinergica di un insieme di principi attivi, contenuti nel fitocomplesso della parte della pianta utilizzata.

Con le moderne tecniche estrattive, come per la cannabis, si possono estrarre dalle erbe medicinali soltanto le sostanze che servono eliminando quelle dannose responsabili di possibili effetti collaterali. Una normale pianta contiene infatti centinaia e centinaia di sostanze chimiche, alcune delle quali tossiche o comunque prive di effetti benefici. I prodotti naturali che si trovano in erboristeria, soprattutto quelli cosmetici, sono cruelty free e non vengono testati sugli animali, evitando in questo modo di alimentare un mercato che vede nella sua filiera di produzione inutili sofferenze e crudeltà riservate ad essi, dovute alla vivisezione. Dal punto di vista ambientale, l'aumento della richiesta di prodotti a base di erbe comporta un maggiore incremento della coltivazione di piante officinali in vaste aree geografiche per soddisfare l’esigenza, o determina il mantenimento di zone incontaminate per quelle cosiddette spontanee. Scegliendo di curarsi con le erbe si sostiene la nostra Medicina Tradizionale Mediterranea che, come tutte le etno-medicine, rientra nel patrimonio culturale del nostro territorio.

Le piante medicinali

Ecco a voi alcune piante che godono di proprietà terapeutiche e trovano applicazione per determinati tipi di disturbi:

  • L’aloe è una pianta utilizzata in diverse tipologie di prodotti, le grosse foglie contengono un gel trasparente dalle molteplici proprietà: antinfiammatorie, antisettiche, cicatrizzanti, immunostimolanti e nutrienti. L’aloe vera può essere utilizzata in due modi sia sotto forma di gel per uso esterno che agisce come cicatrizzante e idratante diminuendo il tempo di riparazione dei tessuti, oppure in puro succo per uso interno, come gastro protettivo, antibatterico, lassativo e depurativo;
  • L'echinacea è la prima sulla nostra lista di piante e, come la cannabis, contiene fitocannabinoidi. È una pianta molto comune da poter crescere tranquillamente in vaso a casa vostra. Possono essere suddivise in due specie principali: Echinacea angustifolia (“dalle foglie strette”), ed Echinacea purpurea. Oltre ad essere visivamente attraente, ha anche diversi impieghi come, per esempio, a causa dei suoi fitocannabinoidi, è stata impiegata tradizionalmente per ridurre l'infiammazione di ferite, bruciature e punture di insetti. Le sue radici possono anche essere masticate per aiutare in caso di mal di denti o infezioni della gola. Ne sono stati peraltro osservati effetti secondari per contrastare disturbi digestivi, eczemi, e attacchi d'asma. L’echinacea trova largo impiego tra gli indiani d'America che la utilizzavano per curarsi e sottoponendosi in autunno a diversi cicli di assunzione di 15-20 giorni, si può notare una drastica diminuzione di tutte le patologie minori correlate (tossi, sinusiti, raffreddori).
  • L'Acmella oleracea “Jambù” o meglio “pianta del mal di denti” è tipicamente utilizzata dai brasiliani. Il corpo principale del fiore è di fatto costituito da centinaia di fiori più piccoli raggruppati insieme, è diventata famosa per il curioso effetto che si ha quando si mastica il fiore. Chiunque la mastichi si troverà alle prese con una sensazione estremamente anestetica della durata di appena 10–15 minuti. Non ci volle molto prima che gli erboristi si rendessero conto che l'Acmella oleracea sarebbe stata perfetta per il trattamento del mal di denti. Nonostante l'imbarazzante produzione di saliva causata dal suo potere anestetico, l'Acmella oleracea sembra comportare pochi effetti collaterali. La sensazione può essere insieme spiacevole e fastidiosa. Il succo delle foglie, che pure produce un simile effetto analgesico, viene usato sotto forma di estratto in svariate ricette di cucina brasiliane tradizionali.
  • La comunissima Ortica si usa contro l'anemia causate da mancanza di ferro o da perdite di sangue, perché il ferro e l’acido folico, in essa contenuti, stimolano la produzione dei globuli rossi e possiede anche proprietà vasocostrittrici (contrae i vasi sanguigni) ed emostatiche (ferma le emorragie), è impiegata specialmente nei casi di emorragie nasali e uterine. È utilissima, inoltre, per le donne che soffrono di mestruazioni abbondanti.
  • La pianta della Malva è utile alla pelle grazie al forte potere lenente e antinfiammatorio che forma una barriera sulla zona irritata. Ha un medio potere lassativo che la rende adatta in caso di stitichezza, consigliata anche in caso di gastriti e reflusso gastroesofageo.
  • La pianta del rosmarino che si può trovare sul balcone di ogni casa, è considerata un vegetale con potere antinevralgico. Ha proprietà antisettiche e un buon effetto sugli stati influenzali e febbrili, calma l'apparato respiratorio nei casi di asma e tosse.
  • Elicriso, pianta non molto comune è chiamato anche “fiore di carta”, soprattutto perché Helichrysum è un genere cui sono collegate oltre 600 specie di piante appartenenti alla più ampia famiglia dei girasoli. Le foglie sono oblunghe o lanceolate, mentre i fiori appaiono simili a quelli del garofano in fiore. I colori variano dal viola e rosso profondo a dei rosa e gialli vibranti. Viene usato principalmente come pianta ornamentale, l'elicriso viene coltivato anche per il suo profumo.
  • La calendula viene descritta come portatrice di proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti. Tali proprietà sono state confermate da diversi studi, tanto che la pianta è largamente impiegata per il trattamento delle infiammazioni del cavo orofaringeo e per favorire la guarigione di ferite e bruciature.
  • La comunissima Camomilla che tra i benefici ha proprietà ipnotiche che favoriscono il rilassamento e possono aiutare a indurre il sonno. La camomilla ha anche proprietà antiossidanti molto forti che si ritiene contribuiscano a rafforzare il sistema immunitario. Utile nel combattere il comune raffreddore e altre infezioni.
  • Alla pianta della Lavanda vengono attribuite proprietà ipocolesterolizzanti, sedative, antispastiche, antimicotiche, antisettiche e antinfiammatorie, oltre ad un'azione antidolorifica paragonabile a quella del tramadolo, un oppiaceo sintetico usato nel trattamento del dolore. In particolare, le tisane di lavanda sono consigliate in tutti i casi di insonnia, ansia e nervosismo, infiammazioni delle prime vie respiratorie (laringiti e faringiti), asma bronchiale, candidosi, crampi muscolari ed emicrania. Applicato esternamente, l'olio essenziale di lavanda è utilizzato come rimedio contro i reumatismi, per accelerare la guarigione delle ferite e contrastare la formazione di cicatrici, oltre che contro le punture di insetti, vespe e api.
  • La rosa canina è una specie spontanea appartenente alla famiglia delle Rosaceae che grazie alle sue proprietà antinfiammatoria e vitaminizzante, è molto utile nella cura di congiuntivite e asma, ma anche per l'assorbimento di calcio e ferro.
  • Epatiche (Radula marginata) sono piante originarie della Nuova Zelanda. La Radula marginata è un'epatica che occupa un posto molto speciale nel cuore dei Maori. Il popolo Maori ha una credenza secondo la quale se un oggetto, una storia, o un ricordo sono tenuti in pregio, divengono “taonga”. Taonga è l'equivalente polinesiano di “tesoro nazionale”, come i gioielli della corona della regina. Per i Maori, questa epatica appartiene alla categoria del taonga, creando così un interessante dilemma per il governo neozelandese. La ragione è che questa pianta presenta alcune sorprendenti analogie con la cannabis. I cannabinoidi di questa epatica, principalmente un composto chimico chiamato perrottetinene, producono un effetto simile a quello del THC presente nella cannabis. Sebbene il risultato sia significativamente più blando, ha comunque suscitato qualche preoccupazione nel corpo governativo. Per ora, possedere e coltivare la Radula marginata è legale. Il “Plant & Food research project”, sponsorizzato dalla Nuova Zelanda, ha assegnato numerose borse per ulteriori studi su questa interessante pianta. Nonostante esistano resoconti aneddotici degli effetti della pianta, i risultati differiscono grandemente; di qui la necessità di comprendere gli attributi della pianta ad un livello scientifico.
  • La Pianta del tè (Camellia sinensis): Le nazioni asiatiche hanno coltivato la Camellia sinensis per secoli. Le numerose varietà di quest'arbusto vengono usate per produrre tè nero, verde, giallo e bianco. Ciascuno di essi era ritenuto possedere benefici per la salute, ed erano cari ai cinesi per questa ragione. La medicina moderna deve ancora determinare risultati conclusivi dagli studi condotti sulla pianta del tè, ma questa è supportata da più di 3000 anni di resoconti aneddotici.
  • Ed in fine la regina delle piante medica, la CANNABIS. Pianta facente parte della famiglia delle Cannabaceae è da secoli utilizzata dalle popolazioni del mondo per i suoi diversi usi: da quelli più controversi, legati alle sue proprietà psicotrope a quelli terapeutici. È proprio da questa pianta che si estraggono oltre cento diversi/composti chiamati "Fitocannabinoidi" e i più conosciuti e maggiormente usati sono il THC e il CBD. Il CBD, a differenza del THC, non ha effetti psicoattivi, al contrario, aiuta a contrastare gli effetti psicoattivi del THC. L'interesse da parte della comunità scientifica per il potenziale terapeutico del CBD è sempre maggiore: è già stato utilizzato in diversi studi scientifici, per il trattamento di numerose problematiche di salute ed è oggi riconosciuto tra gli elementi principali della cosiddetta "Cannabis Terapeutica".

In conclusione

I cannabinoidi presenti in alcune delle piante che abbiamo elencato, sono chiamati fitocannabinoidi, mentre gli endocannabinoidi sono il tipo di cannabinoidi prodotti all'interno dell’organismo stesso da animali ed umani. I cannabinoidi sono una classe di sostanze chimiche che interagiscono con i recettori dei cannabinoidi presenti negli umani ed in altri mammiferi, fra cui cani, gatti, maiali, ed altri. Gli attributi comuni a tutte queste piante non si riferiscono solamente al loro potenziale nella medicina tradizionale, ma anche alla gamma delle loro applicazioni nell'epoca moderna. Questo induce a chiedersi: se i cannabinoidi sono presenti nella cannabis ed in altre piante comuni, perché trattiamo la cannabis in maniera tanto differente? A livello globale, la cannabis ha dovuto far fronte ad una complicata e prolungata battaglia legale dal quale ne sta lentamente uscendo da vincitrice. Numerosi paesi hanno legalizzato la pianta per scopi terapeutici, riconoscendo l'impatto benefico che certi cannabinoidi esercitano su diverse condizioni patologiche. Proprio come l'esempio apportato dalla Nuova Zelanda, dove la Radula sta venendo studiata, piuttosto che criminalizzata, per le sue proprietà, la speranza è che lo stesso accada con la cannabis. Con ricerche più estese, possiamo acquisire ulteriori prove dei suoi benefici medicinali, e cancellare la reputazione negativa che si è immeritatamente guadagnata. Se non altro, la lunga storia dell'impiego di piante contenenti cannabinoidi come rimedi tradizionali prova che deve esistere qualche fondamento delle loro virtù.

Fonti

Cbdol

Cannaconnection

Erbeofficinali

Cure Naturali

Enecta

Wikipedia

Foglie d'erba

 

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